Electrolux, le 13 uscite di Cerreto d'Esi saranno solo volontarie

Electrolux, le 13 uscite di Cerreto d'Esi saranno solo volontarie
​Electrolux, le 13 uscite di Cerreto d'Esi saranno solo volontarie
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Sabato 20 Gennaio 2024, 04:15 - Ultimo aggiornamento: 12:03

CERRETO D’ESI Saranno soltanto volontarie le eventuali uscite dalla Electrolux, in riferimento agli esuberi annunciati mercoledì dalla multinazionale svedese, confermando quanto già illustrato lo scorso settembre nell’ambito dell’analisi del piano di riorganizzazione dell’azienda. Nel corso dell’incontro svoltosi a Mestre, infatti, i vertici di Electrolux hanno dato la propria disponibilità a escludere i licenziamenti coatti e a gestire le eccedenze attraverso accordi di uscite incentivate e subordinate al criterio della non opposizione individuale. 


Dei 373 esuberi complessivi concernenti gli stabilimenti italiani (199 operai, 174 impiegati), quelli riguardanti l’impianto di Cerreto d’Esi (l’ex Best, tanto per intenderci), dove si producono cappe aspiranti, sono 18, per la precisione 13 operai e 5 impiegati. «L’esubero previsto nella nostra zona – osserva Pierpaolo Pullini, segretario provinciale della Fiom – ammonta a circa il 10% dell’organico, superiore alla media nazionale, che è dell’8%.

Apprezziamo e riteniamo importante la disponibilità dell’azienda di non procedere in maniera unilaterale, ma solo tramite accordi di uscite incentivate. Inoltre, nella gestione delle 13 eccedenze operaie, Electrolux ha parlato di possibili opportunità, in merito alle quali noi invitiamo a concentrarsi sulla riqualificazione delle persone, non solo sulla riduzione del personale. E poi crediamo fondamentale che si parli pure di progetti di industrializzazione».

Fim, Fiom e Uilm nazionali hanno presentato diverse richieste, con la speranza che ottengano delle risposte positive già in occasione del prossimo confronto con l’azienda, fissato per il 5 febbraio, «ma in ogni caso – dicono i sindacati – è più che evidente la necessità di aprire con il Governo un tavolo sul settore dell’elettrodomestico per salvaguardare la sopravvivenza stessa di un comparto votato alle esportazioni, che ora però è in grave difficoltà».

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