L'assessore anconetano Zinni non ha dubbi:«Per un Piano più sicuro ordinanza anti-alcol e squadre anti-degrado»

L'assessore anconetano Zinni non ha dubbi:«Per un Piano più sicuro ordinanza anti-alcol e squadre anti-degrado»
L'assessore anconetano Zinni non ha dubbi:«Per un Piano più sicuro ordinanza anti-alcol e squadre anti-degrado»
di Maria Cristina Benedetti
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Giovedì 26 Ottobre 2023, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 09:58

ANCONA In cinque mosse, Giovanni Zinni lavora sul dato più sensibile del Piano: il potenziale di pericolo. L’assessore dorico alla Sicurezza urbana ne definisce i contorni: «È un valore che si trova nel mezzo: tra la percezione che si ha del quartiere, il Bronx degli anni Settanta, e i reati commessi, che sono meno di ciò che s’immagina». Un ragionamento, il suo, che conduce dritto in una sola direzione: severamente vietato abbassare la guardia.


La pedina 

Per evitare che quel potenziale possa degenerare in microcriminalità, il vicesindaco muove la prima pedina e blinda l’ordinanza anti-alcol: «Per ora non si tocca, anzi verrà rafforzata».

Spiega il perché e il come: «Va assicurata l’incolumità di ogni cittadino, il che ci impone di incrementare i controlli, affinché quella misura straordinaria venga garantita». Non transige: bar e dehors sono gli unici luoghi dov’è concesso bere, sette giorni su sette, 24 ore su 24. Torna a dire con forza: avanti con quel provvedimento, che per definizione è urgenza e contingenza, ma non si può prorogare all’infinito. «Se l’emergenza dovesse persistere - avverte - si cambierà il regolamento della Municipale».

La seconda mossa è un richiamo alla partecipazione attiva: «La richiesta di sicurezza invocata dagli esercenti stranieri è un fattore molto positivo, l’importante è che non sia solo un proclama: si deve tradurre in una collaborazione vera con le forze dell’ordine, per evitare la deriva dei comportamenti». Della serie: «Se un soggetto, già ubriaco, si dovesse presentare in una mescita per acquistare una bevanda alcolica andrebbe segnalato». La logica che persegue: «Le forze dell’ordine non possono coprire simultaneamente tutto il territorio» . 

Gli argini 

Insistere, e ancora insistere. Zinni con il terzo gesto irrobustisce gli argini degli altri due: «Dalla prossima settimana entrerà in azione una squadra anti-degrado della polizia locale: lavorerà in borghese, impegnerà per ora al massimo quattro agenti, agirà tra gli Archi e il Piano, dove le criticità sono maggiori». Fin qui la repressione, a cui seguono i moti di prevenzione. E quattro. «Sempre dai primi di novembre, nell’area tra via Giordano Bruno e corso Carlo Alberto, all’altezza della Coop, verrà piazzata una pattuglia alla mattina e un’altra il pomeriggio. Dalle 7 alle 22. Per allungare il turno anche di notte, stiamo trattando con i sindacati di categoria». La sua convinzione: «Una presenza fissa servirà a scoraggiare gli eventuali malintenzionati». 

I numeri

La quinta mossa, sulla scacchiera della rigenerazione del quartiere più multietnico della Dorica, verrà giocata in Municipio. In virtù del fatto che in quello storico rione convivono 121 etnie, un residente su due arriva dall’estero e che i negozi stranieri superano quelli italiani, l’assessore rilancia: «È intenzione del sindaco nominare un consigliere comunale, della maggioranza, con delega all’integrazione. Sarà una figura di raccordo, che dovrà raccogliere le istanze del quartiere».

 Cinque mosse e un corollario, per chiarire che sulle abitazioni super-affollate illecitamente il Comune non può intervenire. «Il proprietario che ha affittato la propria casa a due soggetti e se ne ritrova dieci che la invadono deve fare una querela di parte. Solo in quel caso potranno intervenire le forze dell’ordine». I controlli d’ufficio non sono contemplati. Sì, il vicesindaco immagina il Piano come un naturale palcoscenico pop. A un patto: niente eventi-fotocopia. «Certo, vanno sostenute le manifestazioni, proposte da privati o da associazioni, che hanno già una loro identità, che preludono a un successo, come la gara podistica 10 di Ancona. Sulla scaletta futura, stiamo lavorano».

Per la riqualificazione del mercato di Piazza d’Armi la sua convinzione passa attraverso un’esclamazione: «Noi la chiediamo da vent’anni». Il nesso è sempre lo stesso: indebolire, fino ad annullare, il potenziale di rischio. Là, nel mezzo tra la percezione che si ha del quartiere, il Bronx degli anni Settanta, e i reati commessi, che sono meno di ciò che si teme. Equilibrio va cercando. 

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