ANCONA - Chi nasce tondo, non muore quadrato. Un politico che per tutta la vita è stato di seconda fascia, difficilmente si trasformerà in Winston Churchill nell’arco di una giornata. Nella partita sulla giunta dorica che avrebbe fatto impallidire il più scafato Cencelli, ci ha provato il deputato Stefano Benvenuti Gostoli a fare il kingmaker, ma si è scontrato con la dura realtà e con la lunga esperienza sul campo di Carlo Ciccioli.
Mercoledì, l’onorevole e coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia vergava una nota perentoria: «Annuncio ufficialmente di aver già definito da alcuni giorni l’accordo con il sindaco Silvetti sulle posizioni che gli esponenti di FdI andranno a ricoprire».
Ventiquattro ore dopo
Tanto era vero che, neanche 24 ore dopo, il governatore Francesco Acquaroli ha convocato tutti gli esponenti dorici di FdI per bacchettarli per i conflitti interni che stavano rallentando la formazione della giunta. E 48 ore dopo, Silvetti annuncia una squadra che è ben diversa da quella «ufficiale» di Gostoli, figlia di una notte dei lunghi coltelli che di unanime aveva ben poco. E ieri esce con una seconda nota - ben meno perentoria - con cui ha provato a negare l’evidenza lampante, plaudendo alla «grande capacità di decisione e di coesione» con cui «il partito della Meloni si è espresso nuovamente all’unanimità sull’indicazione del nuovo assetto». Chi nasce tondo, non muore quadrato, appunto.