Ancona, la minoranza attacca il sindaco Silvetti: «Altro che cambio di passo, è sotto scacco dei partiti»

La minoranza attacca il sindaco Silvetti: «Altro che cambio di passo, è sotto scacco dei partiti»
La minoranza attacca il sindaco Silvetti: «Altro che cambio di passo, è sotto scacco dei partiti»
di Andrea Maccarone
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Venerdì 16 Giugno 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 17 Giugno, 07:04

ANCONA  - «Un film già visto, altro che cambio di passo» esordisce il consigliere comunale di minoranza Massimo Mandarano in riferimento alla bagarre interna a Fratelli d’Italia per la composizione della giunta Silvetti. E la proiezione di Mandarano rimanda «al 2009 - dice - quando l’allora sindaco Fiorello Gramillano (Pd) era tirato per la giacchetta dai partiti per la scelta dei nomi da mettere in squadra». 


Lo stop and go


«È lo scotto che deve pagare Silvetti per la sua candidatura» rincara Diego Urbisaglia, consigliere della lista Ancona Futura.

Per gli esponenti della minoranza in consiglio comunale, lo stop and go prima ancora di essere partiti è un chiaro segnale «di un sindaco sotto scacco dei partiti» afferma Andrea Vecchi, quota Pd, alla sua prima esperienza in aula. «Conosco Silvetti come una persona moderata - continua Vecchi -, ho una buona opinione di lui. Ma in questo frangente è emerso che non abbia proprio tutta questa libertà di scelta». L’impuntata di Ciccioli, che ha rimesso in discussione il quadro delineato sulla giunta, è stato un chiaro segnale del fatto che «il sindaco non sia poi così autonomo - incalza Urbisaglia -, più che altro speriamo finisca presto questo balletto di nomine, perché qui c’è una città che aspetta di essere amministrata». 


Le caselle


E intanto a quattro giorni dal primo consiglio comunale è bastata una scintilla per innescare un incendio. «Tutt’altra storia rispetto alla Mancinelli - sottolinea Mandarano -, che in tre giorni aveva fatto la giunta». E per altro senza ingerenze da parte dei partiti. Anzi, il Pd, oltre al sindaco, aveva occupato due sole altre poltrone: il vice, Sediari, e lo sfidante perdente dalle primarie, Foresi. Punto. Il resto erano tutti tecnici. Salvo poi far entrare Michele Polenta in quota Verdi, da cui poi è anche uscito. Ma ritornando al presente, ciò che preoccupa l’opposizione è che a tre giorni dal primno consiglio comunale, fissato per lunedì 19 giugno, «ancora non sappiamo la composizione della squadra con cui il sindaco si propone a governare la città» riprende Mandarano. Non solo, «non sappiamo nulla nemmeno di come sarà il consiglio comunale - continua - perché con gli assessori eletti nelle liste dei partiti che entrerebbero in giunta, ci sarebbe poi lo scatto di quelli immediatamente dietro. Insomma, una partenza così in salita non ce l’aspettavamo».

Probabilmente non se l’aspettava nemmeno Silvetti di rischiare a dover rimettere mano alla giunta il giorno prima della conferenza stampa di presentazione. «Mi auguro per il bene di questa città che tutte le ombre vengano dissipate - auspica Vecchi -, ma è evidente che, stando a quanto accaduto, deve sottostare ad una serie di dettami ed equilibri di coalizione. Però, così, fa fatica a prendere le sue scelte».

Lo sgambetto di Ciccioli ha gettato subito una nebbia sull’effettiva autonomia del sindaco nella gestione delle figure che insieme a lui andranno a guidare l’azione di governo della città. E la riunione fiume di ieri sera, tra i vertici di Fratelli d’Italia, ne è una chiara dimostrazione. «Speriamo di vederli preso all’opera per la città - sottolinea Urbisaglia -, più che per le poltrone».

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