Eventi, shopping e attrazioni: come dorme Ancona. E' l'ora della sveglia

Eventi, shopping e attrazioni: come dorme Ancona. E' l'ora della sveglia
Eventi, shopping e attrazioni: come dorme Ancona. E' l'ora della sveglia
di Andrea Maccarone
4 Minuti di Lettura
Martedì 11 Luglio 2023, 01:25

ANCONA - C’era una volta Lou Reed, Laurie Anderson e David Byrne dei Talking Heads in piazza del Papa. Il menestrello di Dultuh, Bob Dylan, invece, un tempo imbracciò la sei corde al PalaRossini. Per i meno boomer, l’auditorium a cielo aperto ai piedi di Clemente XII, ospitò Richard Ashcroft, Mumford and Sons e molti altri. Un anno gli occhi di marmo di Cavour poterono assistere ad un veglione di San Silvestro memorabile: De Gregori, Tiziano Ferro e Neffa. Tutti in un’unica sera. Era il 2003. Ma non fu un unicum. Il capodanno 2005 ospitò nientemeno che Francesco Renga. L’anno dopo Max Gazzè, Paola Turci e Marina Rei. C’era una volta, già. Una volta in cui Ancona era capoluogo di regione anche sugli spettacoli. Poi, lentamente è sceso il silenzio.

E non c’entra nulla il Covid, i rincari, il giro di vite sulle norme di sicurezza per gli spettacoli.

Parliamo di molto prima. Ancona, per varie ragioni, è entrata in un cono d’ombra dal quale non riesce ad uscire. E mentre i Rolling Stones nel 2017 infiammavano il centro storico di Lucca, un comitato cittadino dorico spingeva il tasto “off” all’estate nel salotto buono di Ancona. Venti chilometri più a nord i senigalliesi si saranno scompisciati dalle risate, loro che nel cuore della città hanno visto passare: Jerry Lee Lewis, Stray Cats, Chuck Berry, Ben E. King. E pensare che ce l’avevamo un Summer Jamboree, un po’ diverso: Adriatico Mediterraneo. Ma è stato lasciato in apnea. Che peccato. Come ci siamo finiti in questo imbuto? Mistero.


L’autoreferenzialità 


C’è una questione di fondo, che ferisce più di una lama. A certi anconetani piace molto di più la preservazione. Un senso di autoreferenzialità che in alcuni dovrebbe garantire una qualche strana forma di sicurezza. Per esempio, abbiamo un piatto tipico: lo stoccafisso. Abbiamo una manifestazione a tema: Stoccafissando. Un maxi evento che abbraccia tutta la città? Macché, siamo matti? Una serata a porte chiuse. Per autorità cittadine, politici locali, imprenditori in vista, amici degli amici. Ah, tra gli invitati ci sono anche i giornalisti. Ovviamente per darne visibilità il giorno dopo. Ma chissà cosa pensano i fanesi, che del brodetto ne hanno fatto un festival di richiamo nazionale, con chef, testimonials, personaggi del mondo televisivo, cooking shows, eccetera eccetera. Penseranno che siamo pazzi. Invece no. Siamo solo autoreferenziali. Ce la cantiamo e ce la suoniamo.

Si vede che a noi basta questo. A fine serata vengono premiati sempre i soliti ristoranti, che da tempo immemore propongono in menù il piatto che prende ispirazione dalla Norvegia. Meglio non pensarci. Meglio andare a teatro. Almeno lì, la programmazione, non delude mai. Prosa, musica, classica. C’è un po’ di tutto e la qualità è sempre garantita. Poi, una volta usciti, si va a mangiare un boccone da qualche parte.


Le occasioni perse 


Non fosse che, alle 23, ad Ancona, anche nei weekend, è impossibile mangiare qualcosa. A meno che non si vada in qualche kebab da asporto. Erano belli i tempi di Strabacco, quando ti sedevi anche a mezzanotte ed eri servito e riverito. E nel tavolo accanto c’erano pure gli artisti che si erano esibiti alle Muse. Foto, autografi. A pensarci, nulla a che vedere con l’Ancona di oggi. Fino a dieci, quindici anni fa, corso Garibaldi era un tripudio di boutique e negozi di un certo livello. Ora le catene hanno preso il sopravvento. Se non addirittura i temporary store. Senigallia e Civitanova gongolano. Qualche migliaia di clienti in più: gli anconetani delusi, col muso lungo fin laggiù. Per poi riprendersi di botto quando al Foro Annonario scoprono che in molti bar, dopo le 22, ci sono i dj. Pure d’inverno! Mica solo in estate. E si può anche ballare. Fino alle tre del mattino. Incredibile. E noi che pensavamo che il ballo fosse proibito, come su Footloose. Ma vogliamo parlare del litorale di Civitanova? Agli anconetani dovrà sembrare il Sunset Boulevard in confronto alla proménade di via XXIX Settembre. Quante occasioni perse. Quanta volontà politica mancata. Così, Ancona, fa veramente stringere il cuore. Ora qualcuno dovrà rimboccarsi le maniche e ricostruire dalle macerie. Forza, che non è impossibile.

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