Ancona, uccise l'ex compagno di scuola in strada a coltellate: «Rossetti, totale vizio di mente»

Ancona, uccise l'ex compagno di scuola in strada a coltellate: «Rossetti, totale vizio di mente»
Ancona, uccise l'ex compagno di scuola in strada a coltellate: «Rossetti, totale vizio di mente»
di Federica Serfilippi
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Giovedì 12 Ottobre 2023, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 13 Ottobre, 07:27

ANCONA - Quando uccise l’ex compagno di scuola in strada, al Pinocchio, Mattia Rossetti non era in sé, perché gravato da un totale vizio di mente. Sono le risultanze delle perizia psichiatrica eseguita dal dottor Michele Sanza, di Cesena, chiamato dalla Corte d’Assise d’Appello a scandagliare la mente del 29enne, accusato di aver ucciso a coltellate Michele Martedì, parrucchiere di 26 anni, l’8 dicembre del 2020. 

L’udienza

La perizia è stata esposta ieri in aula.

Il giorno del delitto, Rossetti - all’epoca noto al Centro di Salute Mentale - era incapace di intendere e di volere. Il perito ha parlato di un «meccanismo delirante» che aveva condizionato il comportamento dell’imputato, portandolo a compiere l’assassinio. Sanza ha anche rilevato la pericolosità sociale del 29enne, condannato in primo grado a scontare 20 anni di reclusione. Al termine dell’esame della perizia, si è proceduto con la discussione. Il procuratore generale Roberto Rossi ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado, così come l’avvocato Alessandro Scaloni, che tutela la famiglia del giovane parrucchiere. La difesa del 29enne, rappresentata dal legale Fulvio Toschi, ha chiesto il proscioglimento del suo assistito proprio sulla scorta delle risultanze della perizia psichiatrica. La sentenza verrà emessa il 29 novembre. 

Le relazioni

In primo grado, i periti della Corte d’Assise, lo psichiatra Renato Ariatti e lo psicologo Marco Samory, avevano riscontrato una totale incapacità di intendere al momento dei fatti, dovuta a un disturbo delirante paranoide. Di tutt’altro avviso la perizia redatta dal consulente della procura, lo psichiatra Marco Ricci Messori, che aveva ravvisato un parziale vizio di mente al momento del delitto. Alla fine, i giudici avevano abbracciato quest’ultima tesi, arrivando a condannare Rossetti a vent’anni di carcere e stabilendo una misura di sicurezza da passare in Rems di cinque anni, vista la pericolosità sociale.

«L’ho ucciso perché Michele era la causa dei miei fallimenti» aveva detto Rossetti al gip. Il giovane parrucchiere era stato accoltellato mentre stava tornando a casa con il suo amato Labrador. Il 29enne, prima del delitto, si era dotato di un coltello, un passamontagna e aveva contattato le agenzie di viaggio per, sostiene l’accusa, pianificare una fuga all’estero.

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