C’è gente al pranzo domenicale: «Ma tutti aspettano il lockdown»

C’è gente al pranzo domenicale: «Ma tutti aspettano il lockdown»
C’è gente al pranzo domenicale: «Ma tutti aspettano il lockdown»
di Andrea Maccarone
3 Minuti di Lettura
Lunedì 2 Novembre 2020, 04:40

ANCONA  - Dal pranzo al brunch, buona la prima per la domenica della ristorazione. Almeno finché il meteo lo permette. Meglio l’affluenza lungo la costa che in città. Ma sorprende l’aperitivo anticipato. Pub e bistrot pieni alle quattro del pomeriggio. Va in scena il rito del pranzo della domenica. Certo, l’atmosfera è più che mai condizionata dal momento generale. Ma c’è chi non vuole rinunciare ad una pseudonormalità. 

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«Per carità, non possiamo dire che non si sia lavorato – dice Simone Brandoni, titolare della Trattoria Da Nordio - ma non è come prima. Avevamo una cresima e qualche altro tavolo. Nulla a che vedere con il movimento dell’anno scorso nello stesso periodo. Siamo ad un 50% in meno, ma non ci lamentiamo». Meglio di niente. Anzi, meglio che stare chiusi del tutto. «È come se la gente volesse godersi gli ultimi istanti di libertà prima del lockdown – racconta Giordano Andreatini della trattoria Clarice – c’è questo senso di incertezza generale. Durante il weekend c’è più movimento, ma durante la settimana il calo si sente». 

La prima domenica dopo l’ultimo decreto, complice il bel tempo, ha visto un deciso incremento dell’affluenza lungo la costa.

Presi d’assalto i ristoranti sul mare. «Oggi (ieri per chi legge, ndr) siamo stati pieni – racconta Marcello Nicolini, titolare del ristorante Il Laghetto a Portonovo – abbiamo apparecchiato in spiaggia. E c’è stato un gran movimento». L’esodo verso la costa ha visto riempirsi anche le trattorie lungo la provinciale del Conero. «Siamo soddisfatti di come sia andata – afferma Carlo Carloni della Trattoria Sardella – di solito il pranzo della domenica è il nostro core business. Per fortuna le temperature e il meteo ci hanno assistito, tanto che abbiamo posizionato i tavoli all’aperto. Altrimenti avremmo dovuto rinunciare a decine di clienti». Per un affaccio sul mare è bastato andare anche al porto. «Una domenica così ci ha davvero rincuorato – dice Marinella Manganelli della Trattoria La Bitta, al porto di Ancona – ma si cammina a vista».

Se prima l’orario dell’aperitivo andava dalle 18 alle 20, adesso si sposta addirittura alle 16. Un happy hour in anticipo, pur di non rinunciare alla socialità sebbene con tutte le precauzioni. «Sembrerà strano, ma noi siamo pieni già dal primo pomeriggio – racconta Francesco Pinna del bistrot Gnaogatti – molti sono lavoratori che staccano dopo pranzo, e a metà pomeriggio ne approfittano per un break. Un bicchiere di vino, un drink prima di tornare a casa». Sempre più come il nord Europa. Ma non sono le giornate ad essersi accorciate in base alla presenza della luce solare. Ma è la contrazione dei permessi di somministrazione ad aver imposto il cambio di abitudini. «Già alle quattro del pomeriggio si vedono clienti che arrivano trafelati per l’aperitivo – riprende Marinella Manganelli – poi quando scatta “l’ora x” tutti fuori. Dobbiamo chiudere, e se ne riparla il giorno dopo».

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