Ancona, risse, ubriaconi e camping di clochard: «Qui non si vive più, chi salva il Piano?»

Ancona, risse, ubriaconi e camping di clochard: «Qui non si vive più, chi salva il Piano?»
Ancona, risse, ubriaconi e camping di clochard: «Qui non si vive più, chi salva il Piano?»
di Michele Rocchetti
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 20 Settembre 2023, 01:40 - Ultimo aggiornamento: 21 Settembre, 07:33

ANCONA - Tre zuffe nel giro di una settimana. E poi ubriachi che si aggirano barcollanti, bottiglia alla mano, tra Vallemiano e corso Carlo Alberto, mentre i senzatetto si distendono sulle panchine, sotto i portici, davanti ai supermercati, alla ricerca di un po’ di riposo, di un riparo e magari anche di una monetina lasciata da qualche passante compassionevole. 

Le promesse 

La prima uscita pubblica del neosindaco Daniele Silvetti era stata proprio al Piano. «Siamo qui perché vogliamo far capire quanto sia per noi importate valorizzare ogni parte di questa città».

Nei mesi successivi ha ribadito: «Non esistono quartieri di serie A e di serie B, questo è uno dei cuori pulsanti di Ancona, un centro commerciale naturale pieno di negozi storici, che per questo va tutelato».

Lo ha ripetuto anche pochi giorni fa quando, parlando di eventi, è stato annunciato che tonerà la Notte Bianca al Piano. Ma intanto gli abitanti del quartiere continuano a vivere nel degrado e nella paura. La scorsa settimana è scoppiata una rissa tra ragazzini in corso Carlo Alberto, in pieno giorno, che ha fatto finire un paio di persone all’ospedale, mentre una settimana prima il Piano era stato teatro di ben due zuffe: una in largo Sarnano, dove ad affrontarsi, tra spintoni, schiaffi e urla, sarebbe stato un gruppetto composto da 3 o 4 africani; l’altra nel perimetro del complesso commerciale dell’ex Cinci, con questa volta protagonisti alcuni sudamericani, che si sono affrontati a mani nude dopo aver bevuto fiumi di birra. 


L’esasperazione 


Ma i residenti quasi ogni giorno si ritrovano a dover pulire i rifiuti lasciati la sera prima da sbandati e ubriachi. Che a volte si mettono anche a dormire sulle panchine, mentre i veri e propri senza tetto preferiscono imbastire giacigli improvvisati sotto i portici dei palazzi. Tutto questo nonostante l’ordinanza antibivacchi in vigore dal 31 agosto che vieta lo «sdraiarsi, dormire e bivaccare per gran parte del giorno e della notte» sul suolo pubblico, sui gradini degli edifici pubblici e privati, sulle aree verdi e sugli arredi urbani, e anche «mangiare e bere occupando il suolo pubblico, aperto al pubblico o ad uso pubblico», mentre sulle panchine si può mangiare e bere a patto che si adotti «un comportamento consono al decoro pubblico e al senso civico».

Ma evidentemente l’ordinanza non trova ancora applicazione al Piano. «Lo squallore è sotto gli occhi di tutti, qui non si dorme più la notte e quando usciamo di casa troviamo bottiglie in giro, tracce di vomito a terra e resti di bivacchi: possibile che nessuno intervenga? Fate rispettare l’ordinanza» protestano i residenti. Durante un recente incontro con l’Amministrazione organizzato in corso Carlo Alberto da Ankon Civica Verde e Popolare i residenti hanno rimarcato lo stato di insicurezza in cui sono costretti a vivere. «Stiamo efficientando la polizia locale per potenziare il servizio di prevenzione e di controllo del quartiere, però ci vorranno 2 anni» è stata la risposta del vicesindaco Zinni, mentre l’assessore Berardinelli ha ribadito la volontà di aprire una Stazione di posta per homeless e disabili all’ex mercato in piazza Medaglie d’Oro (i lavori sono iniziati) «fermo restando che c’è chi rifiuta di essere aiutato».

© RIPRODUZIONE RISERVATA