Conerobus: un biglietto ogni cinque passeggeri, tre ore e mezzo sul bus e nemmeno un controllore

Conerobus: un biglietto ogni cinque passeggeri, tre ore e mezzo sul bus e nemmeno un controllore
Conerobus: un biglietto ogni cinque passeggeri, tre ore e mezzo sul bus e nemmeno un controllore
di Antonio Pio Guerra
3 Minuti di Lettura
Giovedì 12 Ottobre 2023, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 13 Ottobre, 07:27

ANCONA - Meno di cinquanta biglietti obliterati in tre ore e mezza. O, se preferite, un biglietto timbrato ogni cinque passeggeri trasportati. Insomma, agli anconetani piace viaggiare a scrocco sugli autobus della città. Lo fanno in tanti, troppi considerando le condizioni disastrose delle casse di Conerobus. Ma per capire quanti siano davvero i viaggiatori fantasma, il Corriere Adriatico ha deciso di salire a bordo degli autobus del capoluogo per toccare con mano il fenomeno dell’evasione dei titoli di viaggio. 

L’itinerario 

Siamo partiti da piazza Ugo Bassi e la prima tratta che abbiamo scelto è una delle più frequentate, quella che collega il Piano al centro storico, quindi a piazza Cavour.

Sono le dieci del mattino e puntualissimi lasciamo il selciato di piazza Ugo Bassi in direzione nord. Impieghiamo circa cinque minuti ad arrivare ai piedi della statua del patriota italiano, un tragitto molto breve. Ed infatti non sono tanti i passeggeri che incrociamo, meno di una decina. Di questi, però, ben sette sono saliti a bordo con nonchalance, senza preoccuparsi di passare dall’obliteratrice.

La tattica 

Qualcuno fingendo di salire distrattamente dalle porte centrali, altri passando davanti agli occhi dell’autista ed al display dell’obliteratrice senza batter ciglio. Scendiamo e saliamo sul secondo mezzo, stavolta in direzione Posatora. Il primo dato a nostra disposizione ci suggeriva un tasso di evasione di tre biglietti su quattro. Sarà stata soltanto sfortuna? Tra andata e ritorno, osserviamo una cinquantina di viaggiatori, di cui quaranta sono quelli che - come nel gioco del Monopoly - sono andati dritti al posto a sedere senza passare per l’obliteratrice. Circa quindici, invece, i titoli convalidati. La media è ancora di tre fantasmi per un regolare. Notiamo che chi non timbra spesso resta a bordo per una fermata o due. Magari percorre meno di un chilometro, abbattendo drasticamente le possibilità di essere scoperto. 
Non che ci sia bisogno di essere Lupin per farla franca.

«I controllori? Questo mese li ho visti due volte» ci confida un autista quando gli chiediamo della frequenza con cui vengono effettuati i controlli. «Spesso devono far bloccare il mezzo perché non fanno in tempo ad elevare tutte le sanzioni tra una fermata e l’altra» aggiunge, raccontandoci di come si possano fare anche quattro multe in pochi minuti. E gli autisti? «Noi guidiamo ed è già difficile far quello» ci spiega un altro conducente.

«E comunque, noi non potremmo far niente, neanche se qualcuno ci confessasse di non aver il biglietto» continua l’altro. Intanto proseguiamo il nostro viaggio ancora per un po’. Riusciamo a cambiare altri sei mezzi, percorrendo più volte e nell’ora di punta il tragitto Tavernelle, piazza Ugo Bassi e piazza IV Novembre. Contiamo all’incirca 150 passeggeri. I biglietti timbrati? Quelli che vediamo noi sono meno di 25. Uno su sette, quasi. Sono le 13,30 e scendiamo dall’ultimo bus. Abbiamo viaggiato per tre ore e mezza e percorso più di trentasei chilometri su dieci vetture. E l’abbiamo fatto senza incrociare neanche l’ombra di un controllore. Per inciso, noi il biglietto ce l’avevamo. Ma tutti gli altri?

© RIPRODUZIONE RISERVATA