Banca Marche, il direttore Goffi rassicura
"La vendita degli asset rafforza l'istituto"

Luciano Goffi
Luciano Goffi
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Mercoledì 20 Maggio 2015, 17:57
ANCONA - «Un'operazione strettamente concertata con il Credito Fondiario, da cui ci aspettiamo di incamerare un margine di liquidità positiva che mette ulteriormente in sicurezza la banca.



«Il momento favorevole di mercato lascia pensare che possano entrare in cassa circa 500 milioni». Lo dichiara all'Ansa Luciano Goffi, direttore generale di Banca Marche, a commento dell'annuncio del mancato rimborso del contratto di finanziamento da 1,8 miliardi di euro sottoscritto con Credito Fondiario, che collocherà gradualmente sul mercato i titoli ottenuti in garanzia sul prestito per un valore nominale di 2,3 miliardi.



«Essendo commissariati - spiega Goffi - non possiamo operare sul mercato e abbiamo concordato l'operazione in modo che siano loro a collocare 300 milioni di obbligazioni senior Banca delle Marche con garanzia dello Stato italiano, e 2 miliardi di titoli di cartolarizzazione garantiti da crediti ipotecari residenziali e da crediti nei confronti di Pmi» Un'operazione da leggere positivamente, secondo il dg di Banca Marche, che consente di chiudere la partita della restituzione dei fondi concessi in passato dalla Bce.



«Con la Bce - spiega Goffi - avevamo un'esposizione superiore ai 4 miliardi; in passato Banca Marche erogava molti più impieghi di quanto fosse la raccolta, e la differenza era garantita dalla Bce. In questi anni abbiamo lavorato per riequilibrare la differenza e ridurre il debito, fino ad arrivare a 1,8 miliardi; per coprire il residuo abbiamo acceso la linea di finanziamento con Credito Fondiario ponendo in garanzia quegli stessi titoli che in passato erano stati immessi nel mercato a garanzia dei fondi Bce. Passato l'anno di durata del prestito ci siamo trovati di fronte a una scelta: o rinnovarlo per una durata temporale non compatibile con la durata del commissariamento (che scade il prossimo ottobre), oppure vendere gli asset in garanzia. Abbiamo scelto la seconda opzione».
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