Tasse: casa, pensioni e bolli, i conti in tasca
alle famiglie dopo il sì alla legge di stabilità

Tasse: casa, pensioni e bolli, i conti in tasca alle famiglie dopo il sì alla legge di stabilità
di Luca Cifoni
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Domenica 22 Dicembre 2013, 15:57 - Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 17:34
ROMA - Un bilancio sostanzialmente in pareggio, con la possibilit qualche limitato beneficio per i nuclei con reddito pi basso e aggravi per quelli che appartengono invece alla fascia medio-alta. Per le famiglie italiane l’effetto della legge di stabilità, tra dare e avere, può essere descritto sostanzialmente così. La rappresentazione però è inevitabilmente sommaria, anche per l’indeterminatezza di alcuni misure prime fra tutte quelle sulla casa. Va poi ricordato che il confronto tra il 2014 - in cui la manovra entrerà in vigore - e il 2013 è per certi versi anomalo, visto che nell’anno che si sta per concludere gli italiani eccezionalmente non hanno pagato l’Imu sull’abitazione principale, salvo la mini-quota da versare a gennaio.



LE SCELTE DEI COMUNI

Così, anche ipotizzando un minimo di prelievo eventualmente dovuto agli aumenti decisi dai Comuni, mettendo nel conto la maggiorazione Tares di 30 centesimi a metro quadrato dovuta quest’anno e assumendo che per i rifiuti l’esborso sostanzialmente non cambi rispetto al passato, sul fronte della casa di proprietà il confronto risulterà tanto più penalizzante quanto più elevata risulterà la tassa sui servizi del prossimo anno. Il che dipende oltre che dalla rendita catastale dell’immobile anche dalle scelte dei Comuni. Con l’aliquota portata un po’ più in alto rispetto al valore standard e un minimo di detrazioni il prelievo resterebbe sostanzialmente progressivo e abbastanza contenuto per le case almeno teoricamente di basso valore.



Nella colonna dell’avere, le famiglie con lavoro dipendente e reddito basso o medio basso possono sperare di recuperare qualcosa sull’Irpef, grazie alle detrazioni un po’ più generose: l’effetto è ovviamente maggiore se in casa sono in due a lavorare.

Tra gli aggravi c’è invece l’aumento dell’imposta di bollo sugli investimenti depositati in banca nel conto titoli. Naturalmente questo incremento - il prelievo passa dall’1,5 al 2 per mille - colpisce in maniera proporzionale all’entità dei risparmi. Ma per le somme molto piccolo scatta un piccolo vantaggio legato all’eliminazione della soglia minima di 34,2 euro.

Nei conteggi dovrebbero poi entrare altri elementi come la limatura delle detrazioni fiscali riconosciute per varie spese: in ogni caso nei tre esempi di questa pagina si osserva un saldo negativo per una famiglia con reddito alto e una buona casa, ed uno leggermente positivo per due nuclei con caratteristiche più “medie”.



IL CAPITOLO PREVIDENZA

C’è poi il capitolo pensioni. Il governo ha mantenuto l’impegno di garantire nel 2014 un recupero pieno o quasi dell’inflazione (comunque bassa lo scorso anno, 1,2 per cento) ai trattamenti bassi e medio-bassi, fino a circa 2000 euro lordi al mese. Ma se l’assegno è un po’ più alto, ad esempio 2.500 euro, la rivalutazione è solo a metà: su base annua si perde quindi un importo lordo di quasi 200 euro, che si riduce però in termini netti a poco più della metà visto che in conseguenza diminuisce anche la quota aggiuntiva di imposta sul reddito.



Molto più salato il conto per le cosiddette pensioni d’oro, per l’introduzione di un contributo di solidarietà crescente fino al 18 per cento: chi percepisce 200 mila euro l’anno se ne vede togliere oltre 11 mila lorde, equivalenti ad una decurtazione netta di poco più di 6 mila euro.