Scontri Roma, il governo pensa
a daspo per manifestazioni di piazza

Una ragazza fermata esce dal tribunale (foto Guido Montani - Ansa)
Una ragazza fermata esce dal tribunale (foto Guido Montani - Ansa)
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Venerdì 17 Dicembre 2010, 11:47 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 22:51
ROMA (17 dicembre) - Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, considera sbagliata la decisone della magistratura di scarcerare 22 dei 23 manifestanti fermati dopo gli scontri di martedì scorso a Roma. Anche per questo il governo sta pensando di estendere il "daspo" alle manifestazione di piazza.



La proposta del "daspo", un provvedimento interdittivo usato per impedire agli ultras violenti di tornare allo stadio, è stata avanzata dal sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano «per contare - spiega all'agenzia Ansa - su uno strumento in piùsul piano della prevenzione» che «permette di conoscere preventivamente, e non sulla base di mere informative, i soggetti da tenere distanti dalla piazza, nell'interesse stesso dei manifestanti con intenzioni pacifiche».



Rimettendo immediatamente in libertà i fermati per gli scontri di Roma si è creato «un deficit di prevenzione», ha dichiarato Mantovano. «I giudici - ha aggiunto - hanno negato l'esistenza delle esigenze cautelari che rispondono a un duplice criterio di prevenzione: nel processo, per la parte che chiama in causa il rischio di inquinamento della prova e il pericolo di fuga; fuori dal processo, per la parte riguardante il rischio di reiterazione dei reati. Per quest'ultimo aspetto, l'immediata liberazione degli arrestati crea un deficit di prevenzione».



Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha riferito intanto oggi al Senato sugli scontri di martedì a Roma. «Abbiamo evitato conseguenze più gravi», ha detto Maroni. «I giovani che protestavano sono stati presi in ostaggio da una minoranza che volevano attaccare le forze dell'ordine, una minoranza di professionisti della violenza. Il diritto a manifestare sarà sempre tutelato, ma la violenza non è ammissibile, invito quindi gli studenti ad isolare i violenti, a collaborare con le forze dell'ordine, invece di prendere i poliziotti a picconate».



Maroni ha detto anche, sulle scarcerazioni, che si tratta di una decisione «che rispetto, ma non condivido: questi violenti fermati hanno infatti la possibilità di reiterare le violenze. Logico sarebbe stato mantenere per loro le misure restrittive». Il ministro ha espresso poi «preoccupazioni» in vista delle manifestazioni in programma la prossima settimana quando è previsto al Senato il voto finale sulla riforma universitaria: «Bisogna quindi adeguare tempestivamente l'ordine pubblico per prevenire altre occasioni di guerriglia urbana».



Offensive le illazioni su infiltrati. «Sono destituite da ogni fondamento le illazioni sulla presenza di infiltrati negli scontri di martedì scorso a Roma: sono ipotesi offensive nei confronti delle forze dell'ordine - ha aggiunto Maroni - La verità è che gli agenti hanno agito con senso di responsabilità esemplare per tutelare l'esercizio delle istituzioni dall'attacco di violenti, di veri e propri delinquenti. Solo grazie a loro non ci sono state nè vittime nè feriti gravi. I professionisti della violenzanon possono trovare sponda da forze politiche, ma vanno isolati e perseguiti con il massimo rigore».



Alfano manda gli ispettori. Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha disposto accertamenti da parte degli ispettori ministeriali sulle scarcerazioni dei manifestanti. «A seguito della scarcerazione dei responsabili, appena poche ore prima, di gravi atti di guerriglia urbana e di violenta contestazione delle istituzioni - riferisce una nota del ministero della Giustizia - il ministro Alfano ha incaricato l'Ispettorato Generale di effettuare l'accertamento urgente sulla conformità formale e sostanziale alle norme, del provvedimento disposto dall'Autorità Giudiziaria».



«Indebita interferenza»: con queste parole l'Associazione nazionale magistrati commenta la decisione di Alfano. L'Anm esprime «preoccupazione per l'iniziativa del ministro della Giustizia, che segue le numerose dichiarazioni di esponenti istituzionali. Siamo di fronte a un'indebita interferenza nello svolgimento dell'attività giudiziaria, che rischia di pregiudicare il regolare accertamento dei fatti e delle responsabilità dei singoli».



Alfano: nessuna interferenza, sto dalla parte dei cittadini. «Invito l'Anm a non trincerarsi dietro un sindacalismo esasperato che difende sempre e comunque i magistrati. Il mio dovere è stare dalla parte dei cittadini, anche quando non sono togati - ha replicato Alfano -. Nessuna interferenza. Faccio il mio dovere tenendo a mente le prerogative che la Costituzione attribuisce al Ministro della Giustizia».



«Permanenza in casa»: è quanto ha disposto il gip del tribunale dei minori di Roma Domenico De Biase, nei confronti del minorenne, figlio di un leader di Autonomia operaia, arrestato nel corso degli scontri. S.M. è passato alla cronaca come “il ragazzo con la pala”. Il giovane, apparso in alcuni video e foto mentre impugna, oltre alla pala, un manganello e delle manette sottratte ad un finanziere aggredito, era stato additato come possibile agente infiltrato, circostanza poi smentita dalla Questura d Roma. Il pm Tullia Monteleone aveva chiesto la permanenza in carcere per il minorenne. Il sedicenne è accusato di rapina: secondo il gip, che ha convalidato il fermo, per il ragazzo, difeso dall'avvocato Caterina Calia, benchè «sussistono gravi indizi di colpevolezza» la misura della permanenza in casa «è al momento adeguata e sufficiente».



Alemanno: «Tra i 23 arrestati probabilmente non c'erano i professionisti della guerriglia che sono anche quelli che riescono a non farsi prendere: credo fossero dei collaboratori, dei manovali e non le punte avanzate - ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno -. Chi si è mosso lì lo ha fatto con grande esperienza e poi probabilmente è riuscito anche a scappare mentre i 23 arrestati li coadiuvavano. Tuttavia, non meritano sconti nè indulgenza».



I penalisti di Roma: Alemanno ignora la presunzione di innocenza. «Evidentemente il sindaco ignora che nel nostro paese esistono principi e garanzie costituzionali, prima fra tutte la presunzione di innocenza, irrinunciabile baluardo del cittadino», replica la Camera Penale di Roma. In un documento si esprime «sconcerto e preoccupazione per le dichiarazioni del sindaco. La Camera Penale di Roma ha una memoria lunga e ricorda le tante vicende di cittadini arrestati, processati ed infine assolti; vicende che anche il sindaco Alemanno dovrebbe ben rammentare, considerato che, come scrivono oggi i quotidiani, in un non troppo lontano passato lui stesso si è trovato appunto ad essere arrestato, processato ed assolto per atti di “violenza politica”. Sarebbe interessante sapere come la pensava in quelle occasioni...».


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