I piloti dei Tornado
​Ecco chi erano

I piloti dei Tornado ​Ecco chi erano
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Mercoledì 20 Agosto 2014, 11:28 - Ultimo aggiornamento: 19:44
ASCOLI - Ecco chi sono i quattro piloti a bordo dei due Tornado che si sono scontrati ieri nei cieli delle Marche Mariangela Valentini, pilota di Squadriglia nel 154^ Gruppo Volo del sesto stormo, una passione per il volo e tante ore di Tornado al suo attivo. La giovane è di Oleggio, in provincia di Novara, è nata il 14 settembre 1982, dopo gli studi in Accademia, ha conseguito il brevetto di Pilota d'Aeroplano sul velivolo SF-260. Poi la Laurea in Scienze Aeronautiche all'Università degli Studi di Napoli «Federico II» e dal 2006 al 6 Stormo di Ghedi (BS). Dal 30 agosto 2010 al 10 marzo 2011, ha partecipato all'Operazione I.S.A.F. a Herat (Afghanistan) e, dal 13 ottobre 2011 al 19 ottobre 2011, all'Operazione Unified Protector presso il Task Group Air - Trapani Birgi. Ѐ stata promossa Capitano il 15 settembre 2010. Alta, occhi azzurri, capelli lunghi, in una recente intervista al tg4 raccontava «in volo non ho paura, si pensa alla missione,siamo addestrati a questo».







Paolo Piero Franzese. È nato a Benevento il capitano Paolo Piero Franzese, 35 anni, uno dei quattro piloti dei due Tornado che ieri pomeriggio sono precipitati nei pressi di Ascoli Piceno. La sua famiglia è residente a Nola, in provincia di Napoli. Da quando aveva avuto un figlio, un anno fa, il capitano navigatore Paolo Piero Franzese, 35 anni, a Nola tornava di meno. Una vicina di casa, che abita nella palazzina dei genitori in via San Matteo, nel popolare rione S. Massimo, lo aveva visto per l' ultima volta a settembre 2013 e gli aveva regalato un ciucciotto per il figlio appena nato. Adesso, scuote la testa e chiede ai giornalisti se ci siano ancora speranze di ritrovarlo vivo. Anche se era nato a Benevento come la madre, Carmelina Borzi, Paolo (così lo chiamano amici e conoscenti) con Nola, grosso centro dell'area vesuviana dove risiede la famiglia del padre, Giuseppe, aveva mantenuto un legame forte. Il pilota era un appassionato della Festa dei Gigli, antichissima festa religiosa che ricorda il patrono di Nola, San Paolino, nel mese di giugno e due anni fa aveva assistito alla cerimonia dello scambio delle bandiere tra i «maestri di festa» delle otto corporazioni che costruiscono i «gigli», alte torri di legno e cartapesta decorate e portate in processione dalle «paranze». Tra i «maestri» c'era lo zio, Ciccio, che aveva passato le consegne. Studi al liceo scientifico «Enrico Medi» di Cicciano, a pochi chilometri da Nola, poi l' Accademia Aeronautica a Pozzuoli , dove aveva frequentato nel 1999 il corso «Zodiaco IV». Il capitano pilota Mariangela Valentini, che era con lui a bordo del «Tornado» precipitato sui cieli di Ascoli Piceno, aveva frequentato il corso «Borea V» due anni dopo. Paolo Franzese apparteneva ad una famiglia molto stimata. Il padre, docente di matematica alle superiori, cattolico praticante, frequenta la vicina Parrocchia di San Biagio ed è autorizzato a portare la Comunione agli infermi ed agli anziani. La madre è una pensionata dell'Enel. Una sorella si è trasferita a Milano. Due zii paterni, Aniello e Giovanni, titolari di piccole imprese, stamattina presto sono partiti con un'auto dell'Aeronautica militare per Ascoli Piceno. Alle 7 un' altra auto militare ha prelevato i genitori di Paolo Franzese per condurli a Ghedo (Brescia), dove ha sede la base dalla quale il «Tornado» con a bordo Franzese e la Valentini era decollato. «È una famiglia di grandi lavoratori, conosco bene il padre», dice il sindaco di Nola, Geremia Biancardi, che ha annunciato il lutto cittadino e domani incontrerà la famiglia.





Giuseppe Palminteri. Nato a Palermo ma cresciuto a Napoli, Palminteri ha frequentato il liceo classico Garibaldi e l'università Federico II del capoluogo campano, per poi entrare in servizio al 6° Stormo "Diavoli Rossi" di Ghedi, in provincia di Brescia, dove svolgeva il ruolo di ufficiale navigatore. Amava la musica e da adolescente suonava la batteria. A diciotto anni era entrato anche a far parte di una band palermitana, che anni dopo sarebbe diventata quella dei Waines. «Aveva una grande passione per la musica - dice il chitarrista Fabio Rizzo, 35 anni - e suonava la batteria. In quel periodo avevamo deciso di creare la prima formazione, mancava il batterista e decidemmo di mettere un annuncio in un negozio di strumenti musicali, a Palermo». A quell'annuncio, nel 1998, rispose Giuseppe Palminteri, che allora frequentava il liceo classico Garibaldi, mentre il resto dei componenti della band studiavano allo scientifico Cannizzaro. «È stato il primo batterista con cui ho suonato. Facevamo rock anni Settanta - racconta il musicista - avevamo dei soprannomi e ci piaceva eseguire brani di Jimi Hendrix. Poi le nostre strade si sono separate. L'ultima volta che ci siamo rivisti è stato la scorsa primavera, a Palermo, e anche in quell'occasione abbiamo parlato di musica»





Alessandro Dotto. Alessandro Dotto, 31 anni, di San Giusto Canavese. Il capitano pilota Dotto ha lasciato San Giusto, dove viveva con i genitori e con il fratello, per trasferirsi a Brescia nella caserma di Ghedi e coronare il suo sogno di pilotare un caccia. Un desiderio che inseguiva fin da piccolo, quando giocava con gli aeroplani di carta e poi con gli aquiloni sperando un giorno di volare anche lui. Dopo il liceo scientifico, Alessandro si è laureato in Ingegneria aeronautica e da capitano navigatore è stato recentemente promosso capitano pilota. Ieri sera la telefonata dei superiori di Alessandro a casa Dotto è arrivata come una doccia gelata in un giorno che avrebbe dovuto essere di festa, visto che proprio ieri il fratello ha compiuto 20 anni. «Quella di Alessandro per gli aerei era una passione nata da bambino. Giocava sempre con aerei di carta e piccoli modellini. Poi aveva visto visto Top Gun ed era rimasto come fulminato». Così gli amici e i conoscenti di San Giusto Canavese ricordano Alessandro Dotto, il pilota coinvolto nell'incidente tra i due tornado nella zona di Ascoli Piceno. A 15 anni aveva chiesto ai genitori di poter frequentare la scuola di preparazione alla guida di aerei. «Loro in un primo tempo si erano opposti, ma poi era stato talmente insistente avevano accettato - ricordano in paese -. Adesso erano orgogliosi di lui».



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