Senigallia, il direttore di sala al Mare in Terrazza Massa: «Felice di fare il cameriere da una vita. Il “grazie” del cliente è come fare gol»

«Sognavo da cuoco, ma dai 14 anni il mio posto è tra la gente»

Senigallia, il direttore di sala al Mare in Terrazza Massa: «Felice di fare il cameriere da una vita. Il “grazie” del cliente è come fare gol»
Senigallia, il direttore di sala al Mare in Terrazza Massa: «Felice di fare il cameriere da una vita. Il “grazie” del cliente è come fare gol»
di Sabrina Marinelli
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Sabato 11 Maggio 2024, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 11:11

SENIGALLIA - Sognava di diventare un cuoco Alberto Massa poi a 14 anni ha iniziato a fare il cameriere e non ha più voluto smettere. Alle soglie dei 43 è il direttore di sala de Il Mare in Terrazza, il ristorante panoramico con vista Rotonda. E’ l’esempio di come il cameriere sia una vera professione, non un ripiego, che consente anche di fare carriera.

«Mi sono avvicinato al mondo della ristorazione perché mi piaceva cucinare – racconta -, passione scoperta frequentando gli scout, così ho deciso di iscrivermi all’alberghiero per diventare cuoco.

Nel frattempo, a 14 anni ho iniziato come cameriere. Più lavoravo e più mi rendevo conto che il mio posto era in sala, in mezzo alla gente, e non in cucina».

L’esperienza all’estero

A 18 anni è andato a lavorare in Inghilterra dove, nel tempo, da cameriere è diventato junior manager e general manager di sala, con venti dipendenti da coordinare. E’ stato poi ad Hong Kong e infine in Australia, imparando anche le lingue che oggi gli tornano utili con i turisti. «Mi entusiasma avere un rapporto con la gente, capirne le esigenze per poterle anticipare. La sala di un ristorante è come quella di casa. Quando aspetti un ospite controlli, prima che arrivi, che sia tutto in ordine e poi cerchi, in ogni modo, di farlo sentire a proprio agio. Ciò che faccio a casa, aspettando un amico, faccio al ristorante con i clienti. La vera soddisfazione arriva alla fine del servizio quando ti ringraziano perché sono stati bene. E’ un lavoro di squadra, ovviamente, ma quando accade ti senti come se avessi fatto gol». Con i clienti esigenti mai perdere la calma. «Non sappiamo chi abbiamo davanti, cosa una persona abbia passato prima di arrivare quindi bisogna essere tolleranti e regalare un sorriso che, magari, potrà aiutarla a migliorare una giornata storta. Certo, ci vuole una predisposizione, ma come per tutti i lavori a contatto con il pubblico». Alberto Massa parla con entusiasmo del suo lavoro ma ci saranno stati anche momenti difficili e sacrifici da sopportare. «Io parto dal presupposto che nulla si fa senza sacrificio. Non nego che, quando ero più giovane, ho anche pensato di cambiare mestiere, vedendo i miei amici che la sera uscivano, però mi sentivo davvero felice lavorando. Se ciò che fai ti piace non ti costa fatica. Io sono felice e mi sento realizzato. E’ vero che il fine settimana non posso uscire la sera ma è una questione di organizzazione. Ho molto altro tempo libero durante la giornata che mi permette di fare ciò che voglio». E’ riuscito a trasformare un impiego, spesso stagionale, in una professione. «Il lavoro del cameriere viene percepito come un extra per pagarsi gli studi, per arrotondare. In realtà è una professione, non porti solo i piatti in tavola ma li racconti, descrivendo i prodotti, il territorio e il lavoro che c’è dietro, oltre ad accogliere i clienti restando a loro disposizione».

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