Roma-Atalanta 1-0, le pagelle: Abraham non perdona, Mkhitaryan si immola, Zaniolo sempre nel vivo

Roma-Atalanta 1-0, le pagelle: Abraham non perdona, Mkhitaryan si immola, Zaniolo sempre nel vivo
di Francesco Balzani
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Sabato 5 Marzo 2022, 20:09 - Ultimo aggiornamento: 20:44

Nel terzo anticipo della 28esima giornata di serie A, la Roma ha battuto allo stadio Olimpico l'Atalanta per 1-0. Decisivo il gol di Abraham al 32' del primo tempo. Con questo successo, la squadra di Mourinho aggancia in classifica proprio i bergamaschi al quinto posto a quota 47 punti.

Le pagelle della Roma

Rui Patricio 6,5: Urla tutto il suo disappunto per un paio di errori difensivi, ma se non compie nemmeno una parata per 50’ è anche merito del reparto. Nella ripresa subito una uscita bassa provvidenziale e subito dopo l’intervento su Freuler.

Mancini 6: Come a la Spezia tenta subito di fare male ma trova la gran risposta di Musso che manda in angolo. Un tentativo che non lo scoraggia contro la sua ex squadra ma a inizio ripresa da un errore di controllo rischia di nascere il solito pasticcio.

Smalling 6,5: Fino all’ingresso di Muriel non ha un punto di riferimento da seguire passo passo così delimita la sua zona e ringhia a chiunque si avvicini. Nelle ripresa scioglie i dread e col petto in fuori va a bruciare una potenziale occasione di contropiede atalantino.

Kumbulla 6,5: Cresce, senza meritare i titoli dei giornali. Ma questo per ora gli importa poco. Rispetto a Ibanez ha meno voglia di stupire e tanta umiltà nel cercare di contenere un Pessina giù di tono. 

Karsdorp 6,5:  Rui Patricio lo sgrida per un mezzo pasticcio in difesa. Si rifa con la palla strappata a Pasalic che permette ad Abraham di siglare il vantaggio. Da quel momento in poi torna col furore Viking. (38’st Ibanez sv : entra e becca un giallo)

Pellegrini 6: Da calcio piazzato ha i tempi perfetti come la battute di Guzzanti. Prima mette sulla testa di Mancini la palla del possibile vantaggio, poi ci prova su punizione. Meno bene quando c’è da sfruttare l’assist di Mkhitaryan: lo stop è sballato e il 2-0 diventa utopia. (38’st Oliveira sv)

Cristante 6: Un giallo dopo pochi minuti gli complica la vita, ma anche lui non fa molto per far passare tutto liscio. Contro il centrocampo bergamasco non si può perdere un secondo, e lui all’inizio ne fa passare un po’ troppi.

Si riprende col passare dei minuti. 

Mkhitaryan 6,5: Subito un tentativo per far capire che non è solo un regista. Poi si scopre di nuovo fondamentale nell’equilibrio della squadra e nella capacità di ribaltare l’azione come sull’assist perfetto per Pellegrini. Si immola e prende un rosso per evitare l’ultimo assalto. 

Zalewski 7: Il polacco mandato da Boniek e scoperto da Conti si riprende la maglia da titolare e dopo pochi minuti rischia di essere subito decisivo con un cross basso per Abraham. Prosegue con una lucidità che i colleghi di fascia si sognano. Aiuta Kumbulla in fase difensiva, ribalta l’azione, verticalizza come vuole Mou. Poi su una serpentina che esalta l’Olimpico si fa male. (16’st Vina 6: la differenza c’è. In negativo. Ma dietro stavolta niente guai)

Zaniolo 7:  All’inizio tarda qualche iniziativa offensiva ma è sempre nel vivo come dimostra nell’assist vincente per Abraham e tanti ribaltamenti col vento della Sud alle spalle. Nella ripresa continua a stare nel gioco ma brucia sul nascere un paio di tentativi per bucare finalmente la porta dell’Olimpico. Senza Var stavolta. Negli ultimi minuti sembra esausto. (29’st Veretout  6,5: tutta corsa e pure qualche inserimento old time. Cambio azzeccatissimo) 

Abraham 7,5: Sale a quota 20 in un campionato che ha visto solo due rigori e una marea di pali. Anche stavolta non gli interessa che contro ci sia una piccola o una big. Al primo pallone pulito beffa Musso e mezza Bergamo prima di esultare pregando verso il cielo. Altri palloni non arrivano ma lui spesso se li va a cercare per far salire il barometro della Roma.  Stremato. (38’st Afena-Gyan sv)

Mourinho 7: In panchina c’è ancora Foti, e in campo la squadra gioca come contro lo Spezia. Senza paura, con una serenità finalmente contagiosa e con una maturità che permette di sognare ancora un po’ da qui alla fine del campionato. Così come Bergamo Mou ha la meglio su Gasp, in ogni settore. Coraggio ripagato con Zalewski e una panchina leggermente più lunga che fa sempre comodo come dimostrano i cambi nella ripresa.

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