Si chiamano «ponti cardiaci» e sono anomalie congenite delle arterie coronarie che colpiscono in media persone giovani e sportivi. Alterazioni che possono condizionare pesantemente la qualità della vita dei pazienti perchè in alcuni casi possono rovocare una occlusione della arteria nel momento della contrazione del miocardio (sistole), degenerando così in patologia coronarica. A Roma il cardiologo Domenico D'Amario, dirigente medico presso la Uoc di Cardiologia della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs si è aggiudicato la prima edizione del premio per il miglior progetto di cura personalizzato per patologie vascolari, supportato da Abbott, a EuroPcr 2022, congresso di cardiologia interventistica tra i più prestigiosi al mondo.
Il premio vinto dal cardiologo del Policlinico Gemelli
«Il progetto - spiega D'Amario - riguarda i cosiddetti ponti miocardici, anomalie congenite delle arterie coronarie (i vasi che nutrono il cuore) caratterizzate da un decorso dei vasi sanguigni all'interno del muscolo cardiaco, che cinge a ponte la parete del vaso.
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Un registro speciale per i pazienti
«Per studiare meglio questi pazienti - continua D'Amario - abbiamo creato un registro» denominato Rialto, il cui responsabile è lo stesso D'Amario, «che ha raccolto finora circa 20mila pazienti sottoposti a coronarografia (tra i quali sono stati già individuati 400 pazienti con ponte miocardico), presso 5 centri italiani ad alto volume (San Martino di Genova, Centro cardiologico Monzino, Università di Ferrara, Policlinico Tor Vergata, Fondazione Policlinico Gemelli) per vedere cosa viene fatto al momento nei pazienti portatori di questa anomalia». Conoscere il meccanismo alla base dei fenomeni ischemici consente di dare a ognuno la terapia più appropriata, su misura.
Le terapie su misura per chi soffre di questa patologia
«Se il meccanismo principale di ischemia è lo spasmo - riferisce D'Amario - somministriamo dei calcio antagonisti; se è invece legato alla frequenza cardiaca, si danno dei beta bloccanti; se infine è presente malattia aterosclerotica a monte, si posiziona uno stent sulla placca, usando come guida l'imaging intravascolare (Oct-Ivus) per limitare la procedura al tratto in cui non è presente il ponte, in modo da essere molto precisi nella procedura e nel rilascio dello stent».