Regionali Calabria. La telefonata di Silvio Berlusconi arriva subito dopo i primi exit poll. «Sono orgoglioso di te, sui candidati non sbaglio mai, ho ancora fiuto». Roberto Occhiuto diventa il nuovo presidente della Regione Calabria e in Forza Italia l’entusiasmo è tale che nel comitato elettorale qualcuno si spinge a dire che «si sente aria di 1994».
Magari il paragone è un po’ azzardato, ma queste elezioni hanno dimostrato due cose fondamentali per il leader azzurro: che il partito non è in agonia come molti pensavano e che il centrodestra è vincente quando è a trazione moderata.
Occhiuto, dice, ha «fatto sì che gli elettori tornassero a considerare come cosa importante, l’esperienza, la competenza, la serietà. Dobbiamo andare avanti secondo la nostra natura di persone serie e composte, parlando delle soluzioni che si possono dare ai problemi, senza fare sterili polemiche che purtroppo anche in questa stagione sentiamo spesso fare da tutti gli altri».
GLI IMPEGNI
Praticamente un manifesto della linea che intende imporre nelle prossime settimane al centrodestra.
Il primo impegno preso da Occhiuto è forse inevitabile. «Chiederò al governo di restituire la sanità ai calabresi perché in 12 anni di commissariamento il debito non si è ridotto e la qualità delle prestazioni sanitarie non è aumentata». Non è l’unica richiesta all’esecutivo. «La Calabria ha molti problemi a cominciare dalla ‘ndrangheta che ci fa schifo e alla quale non permetteremo di sporcare il governo del centrodestra. Al governo nazionale chiedo di aiutaci soprattutto per debellare questo cancro che avvolge la nostra terra».
Nessun commento al voto arriva dai diretti avversari, nemmeno da Luigi De Magistris. Gli occhi erano puntati sulla performance del sindaco uscente di Napoli anche per capire come e se avrebbe pesato l’effetto Lucano, ovvero la presenza nelle liste che lo appoggiavano dell’ex primo cittadino di Riace recentemente condannato in primo grado a 13 anni e due mesi di reclusione.
Di certo, la sua candidatura ha eroso voti al centrosinistra, così come non ha portato frutti in questo caso l’accordo faticosamente raggiunto tra Pd e M5s (senza Sinistra italiana) per un candidato comune. Tanto che Amalia Bruni rimane circa cinque punti sotto il risultato ottenuto due anni fa da Filippo Callipo, che pure non aveva il sostegno dei pentastellati. In Calabria, peraltro, il Pd pur essendo il secondo partito, viene dato in calo rispetto al 2020, il 12% circa contro il 15,19%. E d’altra parte l’alleanza non ha fatto guadagnare consensi nemmeno al Movimento 5 stelle, anch’esso in discesa rispetto a un anno fa (5,67% contro il 6,27). E, tuttavia, proprio grazie alla coalizione, i cinque stelle riusciranno probabilmente a entrare per la prima volta in consiglio regionale.
Se nel centrodestra Forza Italia festeggia, non possono invece sorridere Lega e Fratelli d’Italia: il Carroccio non solo scende dal 12,25 al circa l’8%, ma viene superato dai sovranisti, dati intorno all’8,5% ma in discesa rispetto al 2020, quando ottennero il 10,85%.
Barbara Acquaviti
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