I sindacati: «Superate numerose difficoltà e ripristinato quel clima di buone relazioni industriali che contraddistingue il settore»

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Venerdì 28 Aprile 2017, 05:00
L'ECONOMIA
FERMO Arriva il rinnovo del contratto di lavoro dei calzaturieri: revocato lo sciopero previsto il 5 maggio davanti alla sede della Loriblu a Porto Sant'Elpidio. Nella notte tra mercoledì e ieri a Milano, Assocalzaturifici-Confindustria e i sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil hanno firmato il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per il settore calzaturiero, scaduto il 31 marzo 2016.
Le cifre
Resterà valido per tre anni (fino al 2019) e interesserà circa 77mila lavoratori di cui oltre 21mila nelle Marche, con Fermo prima provincia con circa 14mila addetti secondo la stima di Assocalzaturifici e relativa alle sole aziende produttrici di calzature. La firma è arrivata dopo una serata complessa, con discussioni energiche e passionali. Da quanto trapela, si è sfiorata la rottura definitiva ma poi, al termine di trattative che Assocalzaturifici definisce «serrate e complesse», ha prevalso il buon senso e la volontà di raggiungere un accordo. A livello economico il nuovo contratto prevede un aumento complessivo pari a 90 euro (minimi e welfare contrattuale). L'aumento sui minimi salariali è di 70 euro (al quarto livello), suddiviso in tre tranche: 25 euro dal primo aprile 2017, altri 25 euro dal primo aprile 2018 e i restanti 20 euro dal primo aprile 2019.
I particolari
Il contratto ha introdotto alcuni aspetti sulla flessibilità: si interviene sull'orario di lavoro con le imprese che hanno la possibilità di incrementare fino a 104 le ore prestate oltre all'orario settimanale e da recuperare con riposi compensativi nei periodi di minore attività; inoltre avranno la possibilità di incrementare l'organico fino al 30% medio annuo con contratti a tempo determinato per gestire i periodi di picco senza compromettere l'efficienza gestionale e, infine, viene incrementata al 12% la percentuale di possibile ricorso al part time; soluzione con cui si intende dare una risposta concreta ad un tema di carattere sociale e, nel contempo, organizzativo per le imprese. Un altro tema è quello del welfare. Viene finanziato, attraverso un contributo mensile di 12 euro a carico delle aziende (di cui 8 euro dal primo gennaio 2019 e 4 euro dal primo settembre 2019), un fondo di assistenza sanitaria integrativa per tutti i lavoratori del settore, i quali potranno così beneficiare di un ulteriore supporto concreto alla tutela della salute e al reddito. Inoltre, a partire dal primo gennaio 2019, le imprese hanno concordato di aumentare il proprio contributo al fondo di previdenza complementare, Previmoda, dello 0,5% (8 euro circa). Il part time sale dall'8 al 12 per cento e diventa vincolante in caso di figli con handicap fino a 13 anni di età. Fortemente voluto il congedo parentale, che diviene obbligatorio per il padre. Normato anche il percorso per le adozioni internazionali.
Le relazioni
L'intesa prevede un ulteriore miglioramento delle relazioni industriali e della responsabilità sociale dell'impresa, puntando sulla piena operatività dell'Osservatorio nazionale e sul suo monitoraggio per le politiche di sviluppo delle produzioni in Italia e sulle condizioni per facilitarne iniziative di reshoring (il ritorno a casa di produzioni trasferite oltre confine). L'intesa sarà ora sottoposta alle assemblee dei lavoratori per la definitiva approvazione. Con il raggiungimento dell'accordo, le organizzazioni sindacali hanno revocato lo sciopero generale nazionale previsto per il prossimo 5 maggio.