Virus sinciziale a Napoli: neonato morto, il giallo della visita al Santobono

Virus sinciziale a Napoli: neonato morto, il giallo della visita al Santobono
di Fiorangela d'Amora
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Mercoledì 10 Novembre 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 07:15

La bronchite provocata dal virus sinciziale che ha ucciso il neonato di cinque mesi durava da giorni e il quadro clinico è via via peggiorato. Prima che Giuseppe fosse ricoverato al San Leonardo di Castellammare, dove l'altro giorno è deceduto, i genitori avevano accompagnato il figlio al Santobono. A fine ottobre era infatti stata prenotata una visita, che si è poi tenuta venerdì scorso, 5 novembre, in regime ambulatoriale. I medici del centro di eccellenza pediatrico avevano visitato il neonato di Pimonte e non avevano reputato le sue condizioni talmente gravi da dover decidere per il ricovero.

«I familiari del bambino avevano prenotato una visita alla fine di ottobre in regime ambulatoriale presso la pneumologia del nostro ospedale - spiega Rodolfo Conenna, medico e direttore generale dell'azienda Santobono-Pausilipon -.

La visita è stata eseguita in elezione e la situazione clinica valutata anche dagli pneumologi dell'ambulatorio non era tale da necessitare il ricovero». Eppure, il virus sinciziale che sta colpendo decine di bambini e ha già provocato la morte di due neonati è insidioso e può sviluppare sintomi improvvisi, come spiega lo stesso Conenna. «La malattia da virus respiratorio sinciziale ha una evoluzione che tuttavia può cambiare nell'arco di poche ore e solo in caso di forme ingravescenti è indicato il ricovero. La situazione - prosegue il direttore del Santobono - è evidentemente cambiata a distanza di due o tre giorni e ciò ha portato all'accesso al pronto soccorso di Castellammare. Va detto che quando i bambini sono molto piccoli le bonchioliti, anche con le migliori cure, possono esitare in una prognosi infausta». 

La famiglia del piccolo Giuseppe ha intanto nominato un legale di fiducia, l'avvocato Francescopaolo De Rosa, e si è stretta nel dolore per una morte ai loro occhi inspiegabile e ingiusta. I genitori ricordano di aver fatto visitare il figlioletto al Santobono e sono certi che il piccolo fosse in condizioni serie. Ma non si spiegano perché l'ospedale pediatrico non ritenne opportuno il ricovero e chiedono di capire il motivo per cui il San Leonardo non avviò prima le operazioni per il trasferimento del piccolo. Giuseppe all'ospedale di Castellammare è rimasto due giorni, è stato ricoverato da sabato 6 novembre fino a lunedì, quando poco dopo le 11,30 il suo cuore ha smesso di battere.

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Ora si attende l'autopsia, mentre la Procura di Torre Annunziata ha aperto un'inchiesta e il pm Marianna Ricci sta ricostruendo la vicenda per valutare eventuali responsabilità. Nel frattempo, il direttore del reparto di Pediatria del San Leonardo Luigi Tarallo dà la sua versione dei fatti. «Giuseppe era un bambino tonico e allattava al seno, - spiega il primario -. Purtroppo le sue condizioni sono precipitate e nonostante i nostri numerosi sforzi, con un grande coinvolgimento dei sanitari dell'ospedale, il bimbo è deceduto nel giro di pochissime ore». Il piccolo Giuseppe era nato prematuro di un mese, una condizione, spiega Tarallo, che potrebbe aver influito. «Prematuri o con patologie pregresse potrebbero essere più a rischio - dice il primario -. Per questo raccomandiamo ai genitori di bimbi al di sotto dell'anno di età che i figli non passino dalle braccia di un parente all'altro. I bambini vanno tenuti al riparo da rischi di contagio, in quanto questo virus si trasmette anche agli adulti, che ne diventano portatori talvolta asintomatici o manifestando solo un lieve raffreddore». 

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