Riaperture a singhiozzo, a Napoli la protesta dell'Edenlandia e del Bowling: «Perché ancora chiusi?»

Riaperture a singhiozzo, a Napoli la protesta dell'Edenlandia e del Bowling: «Perché ancora chiusi?»
di Oscar De Simone
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Domenica 16 Maggio 2021, 18:03 - Ultimo aggiornamento: 17 Maggio, 19:22

Cinque milioni di perdite per l'Edenlandia e quasi un milione di euro per il Bowling d'Oltremare. I danni economici – dopo un anno e mezzo di pandemia – si fanno sentire sulle aziende e sulle società che gestiscono parchi divertimento o aree a tema. Le chiusure forzate hanno messo in ginocchio imprenditori e dipendenti che oggi, viste le prime riaperture, chiedono il rispetto delle regole imposte a tutti. 

«Vediamo che ci sono parchi e giostrine in giro per la città – afferma il presidente della New Edenlandia Gianluca Vorzillo – che hanno ripreso a pieno ritmo.

Una ripartenza che ci fa piacere ma che mette a nudo tante disparità e situazioni inspiegabili. Prima di tutto quelle relative alle sanificazioni che evidentemente non avvengono sulle giostre pubbliche. All'interno delle aree ludiche frequentate, soprattutto nei fine settimana, da decine di bambini che giocano l'uno accanto all'altro. Una cosa assurda per chi come noi, sino allo scorso Ottobre, ha osservato scrupolosamente le regole imposte dalle norme anti-covid». 

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Una protesta, quella del presidente Vorzillo, a cui si unisce anche l'amministratore del bowling d'Oltremare. Altra struttura chiusa lo scorso anno, nonostante i provvedimenti adottati per garantire la sicurezza degli utenti. «Il bowling – dichiara Massimo Scuotto – è uno sport che si gioca a distanza e che non mette in pericolo nessuno. Una pratica agonistica e di svago che può essere praticata senza particolari impedimenti in questo periodo. Stessa cosa vale anche per altri passatempo come il ping pong che abbiamo deciso di far svolgere all'esterno. Ma senza risultati. Attualmente siamo ancora chiusi e non sappiamo quando riapriremo. Intanto i ristori non sono sufficienti, le spese restano ed i dipendenti sono allo stremo. Continuando così saremo costretti a chiudere definitivamente perchè in queste condizioni, diventa impossibile progettare il futuro. Per questo chiediamo provvedimenti per le nostre categorie ed un trattamento unico per tutti. Soprattutto per chi ha giochi all'aperto o al chiuso – come nei centri commerciali – e che continua a tenerli in funzione. Questo non è giusto perché le regole che valgono per noi, devono valere per tutti e senza differenze».

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