Ha detto di non aver ucciso lui la nipote Saman Abbas, ma ha ammesso di aver accompagnato i due cugini della ragazza, Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz, a seppellirne il corpo. Lo zio Danish Hasnain, il pachistano 35enne che il 18 novembre 2022 ha indicato dove scavare per trovare il cadavere della giovane parente scomparsa dal 30 aprile 2021, due giorni prima aveva chiesto di parlare con la polizia penitenziaria del carcere di Reggio Emilia, facendo alcune dichiarazioni spontanee: «Voglio dirvi che io non ho ucciso Saman e per questo io non voglio avere una condanna per colui che ha ucciso Saman».
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L'omicidio di Saman: la ricostruzione dello zio
La versione di Danish è la versione dell'uomo che secondo i carabinieri e la Procura di Reggio Emilia è in realtà l'esecutore materiale del delitto, accusato anche da una testimonianza del fratello minorenne di Saman.
«Era un modo per difendere la nostra cultura». Quindi i tre avrebbero portato il corpo nel casolare diroccato in Strada Reatino, dove c'era una pala già pronta per scavare. Danish ha detto anche di essere dispiaciuto per quanto successo a Saman, di aver pianto e di non riuscire a guardare mentre Nomanhulaq e Ijaz seppellivano il corpo. Il 18 novembre, insieme agli investigatori, ha poi ricostruito il percorso fatto quella notte, da casa sua al rudere, attraverso i campi. «Voglio che il corpo di Saman venga ritrovato per darle un luogo dove io un giorno posso andare per pregare, perché le volevo molto bene», ha aggiunto. «Secondo me l'ha uccisa strangolandola», aveva invece messo a verbale il fratello di Saman, parlando di Danish e spiegando che era stato lo stesso zio a confessarglielo. C'è poi il video che lo ritrae insieme ai due cugini, il 29 aprile, vicino a casa, con un piede di porco e una pala: per chi indaga stavano andando a scavare la buca per seppellire Saman. Una ragazza che voleva ribellarsi alle tradizioni della famiglia, non accettando un matrimonio forzato con un parente in Pakistan.