La patatina al posto dell'ostia fa scattare la polemica. Si tratta del polverone sollevato dall'ultima campagna pubblicitaria di Amica Chips, il noto marchio di snack, finita nel mirino dell'Aiart che ne ha chiesto «l'immediata sospensione» dello spot, in quanto «offende la sensibilità religiosa di milioni di cattolici praticanti oltre che oltraggioso nel banalizzare l'accostamento tra la patatina e la particola consacrata». Dopo poche ore dalla bufera è ora arrivato lo stop da parte del Comitato di Controllo dell'Istituto di autodisciplina pubblicitaria (Iap)
Lo spot «blasfemo»
Nei trenta secondi del video, uno dei tre ideati dall’agenzia Lorenzo Marini Group, un gruppo di novizie in un monastero si avvia in fila verso l'altare. Nel tabernacolo, una suora a corto di ostie infila una manciata di patatine nella pisside. La prima delle giovani religiose riceve la comunione dal prete, ma subito sgrana gli occhi, mentre si sente il suono croccante della patatina.
Le motivazioni
Secondo lo Iap la campagna pubblicitaria di Amica Chips è in contrasto con l'art.10 ed ha quindi ingiunto le parti coinvolte a desistere dalla diffusione di tale campagna ritenendola in "contrasto con il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale, secondo cui: 'La comunicazione commerciale non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose'".
Ad avviso del Comitato il parallelismo che il messaggio instaura tra la patatina, descritta come 'il divino quotidiano', e l'ostia, che rappresenta evidentemente il divino, si sostanzia nella derisione del senso profondo del sacramento dell'eucaristia, rendendo più che ragionevole che il credente e non solo si senta offeso".
Il Giurì, si ricorda, "in molte sue decisioni ha sottolineato che l'art. 10 del Codice Iap è posto a tutela della sensibilità dei consumatori 'i quali hanno il diritto di non essere urtati nelle più profonde convinzioni da campagne pubblicitarie che essendo strumentali ad interessi di natura prettamente economica non devono confliggere con valori tendenzialmente assoluti e di rango superiore tra i quali un posto di primissimo rango compete alle convinzioni religiose, che il Codice di Autodisciplina protegge non già come un bene della collettività italiana o della sua maggioranza, bensì, in armonia con la Costituzione e sulla scia della concezione 'liberale' della tutela del sentimento religioso come un bene individuale, che viene riconosciuto, in modo assolutamente paritario, a tutti i cittadini, senza distinzioni di sorta fra le possibili opzioni religiose".
Il provvedimento del Comitato di Controllo "potrà essere opposto dalle parti ingiunte con motivata opposizione al Comitato di Controllo nel termine non prorogabile di sette giorni".
La polemica
Giovanni Baggio, presidente nazionale dell'associazione di telespettatori di ispirazione cattolica, definisce in una nota «penoso» il messaggio pubblicitario: «Il tentativo di risollevare un'azienda ricorrendo alla blasfemia».
Le reazioni
La polemica è sbarcata anche sui social, dove sono stati duri i commenti degli utenti. Già si parla di boicottaggio ai danni del marchio delle patatine blasfeme, e Simone Pillon scrive: «Sono stanco di chi sfotte la fede cristiana per fare soldi e me ne guardo bene dal pubblicare lo spot blasfemo di Amica Chips, con le patatine nell'Eucaristia Valuteremo un esposto, e da oggi sceglierò solo altre marche. Una domanda ai titolari: a quando Maometto protagonista?».