Roma, fiaccolata dal Campidoglio al Colosseo contro la guerra in Ucraina (Luca Bonaccorso/Ag. Toiati)

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Bandiere e lacrime disegnate sui volti. Un silenzio assordante ha accompagnato la fiaccolata simbolica per la pace del popolo ucraino. Oltre cinque mila hanno partecipato all'evento riempendo di fiaccole i fori imperiali a Roma. Il corteo è partito dal Campidoglio alla presenza di molte autorità. Tra i presenti il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, insieme ai presidenti dei Municipi romani, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e il segretario del Partito democratico, Enrico Letta. «Un'aggressione inaccettabile è violenta. Siamo qui per dire che si devono fermare le armi. Condanniamo fremente l'attacco. Le armi si devono fermare senza condizioni», ha dichiarato il sindaco Gualtieri.

«Era giusto dare un segnale dei popoli che si mobilitano. Roma deve essere protagonista. L'idea lanciata dal sindaco è stata giusta. Ora si senta la voce di chi chieda la pace», ha commentato Zingaretti. Dopo un corteo silenziosissimo, arrivati al Colosseo, illuminato di azzurro e giallo, i colori della bandiera ucraina, un gruppo è rimasto in disparte, dietro la fiaccolata e ha lanciato una piccola protesta: «Basta parole, vogliamo i fatti». Striscioni, bandiere e cori contro il presidente russo Putin. «Putin via da casa mia», è il grido disperato della comunità ucraina che vive a Roma. Domani ci sarà un'altra manifestazione nella Capitale organizzata dai sindacati.