Ragazzina picchiata dalla madre e poi
"offerta" a un medico e violentata

Ragazza violentata (archivio)
Ragazza violentata (archivio)
di Cristina Fortunati
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Sabato 20 Agosto 2011, 17:58 - Ultimo aggiornamento: 22 Agosto, 11:01
ROVIGO - una storia atroce quella che ha portato la Procura a indagare una madre per i maltrattamenti e per la violenza sessuale, compiuta insieme a un medico, sulla figlia che oggi ha 14 anni. La donna da sempre la picchiava in tutti i modi possibili. Con il bastone, con i calci, con i pugni. Ogni volta più forte, senza una ragione.



Quelle botte per una ragazzina di Rovigo erano diventate il motivo di fondo di ogni giornata. La furia incontrollata era lì, in casa, e poteva scatenarsi ogni minuto in modo selvaggio, procurandole ferite e traumi psicologici sempre più gravi. Sopportare nel terrore per anni deve esserle parso l'unico modo per sopravvivere. E forse le torture di quella madre sarebbero andate avanti ancora se non fosse accaduto, lo scorso inverno, un fatto che ha spinto la ragazzina a ribellarsi.



Aveva solo tredici anni quando è stata violentata da un medico con la complicità della donna. Un gioco sessuale a tre proposto dalla mamma che non solo aveva "offerto" la figlioletta allo specialista ma vi aveva partecipato in prima persona. Quelle mani, quei toccamenti intimi sono la molla che spinge la ragazzina a fuggire di casa e chiedere aiuto. Dalla denuncia hanno preso avvio gli accertamenti dei carabinieri di Rovigo, coordinati dal sostituto Ciro Alberto Savino. Ora il magistrato ha chiuso le indagini preliminari e si prepara a chiedere il rinvio a giudizio per la donna, accusata di maltrattamenti e di violenza sessuale, e per lo specialista, cui viene contestata la violenza sessuale.



Il medico riceve in un ambulatorio di una struttura dell'Alto Polesine. Ed è lì che la madre porta la ragazzina per una visita. Visita che si trasformerà in un incontro sessuale. L'uomo, dopo la notifica dell'avviso di conclusioni indagini, sentito dal magistrato, avrebbe negato ogni cosa. Ma la quattordicenne, ascoltata alla presenza dello psicologo, avrebbe fornito una versione convincente, confermando il suo racconto. Un inferno quotidiano, in un angolo di Rovigo che nessuno si è curato di vedere.



Dopo l'episodio degli abusi sessuali la ragazzina si rifugia da un fratello più grande. Con lui, ora sposato e in passato lui stesso vittima della furia della donna, si rivolge ai carabinieri. Quando i militari si presentano nell'abitazione per identificare la donna questa, in preda ad un attacco d'ira, prende a calci un gatto fino a tramortirlo. E quest'episodio brutale le costa anche l'accusa di maltrattamento di animali. Il magistrato ha segnalato la vicenda alla Procura dei minori di Venezia per la revoca della patria potestà e l'avvio delle procedure di affido. Ma è certo che anni di violenza hanno lasciato segni difficilmente cancellabili.
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