Maria Butina, la russa arrestata e la spy story in stile Homeland: «Offrì sesso per entrare in una lobby»

Maria Butina, la russa arrestata e la spy story in stile Homeland: «Offrì sesso per entrare in una lobby»
Maria Butina, la russa arrestata e la spy story in stile Homeland: «Offrì sesso per entrare in una lobby»
di Domenico Zurlo
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Giovedì 19 Luglio 2018, 21:41
Resta in carcere Maria Butina, la ragazza russa di 29 anni arrestata per essere un'agente del Cremlino: la giustizia americana le ha infatti negato la cauzione, schierandosi con l'accusa, secondo cui la Butina avrebbe offerto anche prestazioni sessuali nel tentativo di guadagnare legami influenti nella politica statunitense. «Ha superato Anna Chapman», ha affermato l'accusa, con riferimento all'altra agente russa arrestata in Usa nel 2010 e poi rientrata nel suo Paese nell'ambito di uno scambio tra spie tra Washington e Mosca.

Chi è Maria Butina, la 29enne russa arrestata negli Stati Uniti

Secondo l’accusa, la Butina avrebbe offerto sesso per avere un lavoro presso una lobby americana: i giudici la accusano di aver provato ad infiltrarsi in organizzazioni che influenzano la politica Usa per perseguire gli interessi russi. Il no alla cauzione è arrivato perché il giudice federale teme che la ragazza possa cercare di scappare dal Paese: meglio perciò che resti in carcere almeno fino al processo.



Maria aveva fondato ‘Right to bear arms’, gruppo che promuoveva il diritto alla difesa armata, e tramite questo gruppo avrebbe provato ad infiltrarsi nella potentissima lobby americana delle armi, la National Rifle Association. Ma non solo: tramite alcuni organizzazioni religiose, avrebbe provato anche a condizionare le basi del partito repubblicano per conto della Russia. Fino a cercare di organizzare addirittura un incontro segreto tra Donald Trump e Vladimir Putin prima della candidatura dello stesso Trump, nel 2016.

Insomma, una spy story in piena regola, come nell’ultima stagione di Homeland, la serie tv americana che da anni sembra quasi anticipare quel che accade nella realtà a stelle e strisce: nel telefilm un’agente russa di origini francesi, Simone Martin (interpretata da Sandrine Holt), intrattieneva una relazione sessuale con il più stretto collaboratore della presidente americana Elizabeth Keane (Elizabeth Marvel) per condizionare l’amministrazione e costringere la stessa presidente alle dimissioni (vi risparmiamo gli spoiler). Nella realtà, Maria Butina si sarebbe invece legata sentimentalmente a Paul Erickson, stratega repubblicano del South Dakota, conosciuto a Mosca nel 2013.

L’Fbi ha tenuto d’occhio Maria Butina per quasi due anni, costruendo - scrive il Washington Post - un dossier decisamente corposo: in più di un’occasione, con l’aiuto dello stesso Erickson, Butina avrebbe tentato di venire a contatto con Donald Trump, riuscendo invece a incontrare solo suo figlio. La donna per anni era stata l’assistente di Alexander Torshin, senatore del partito di Putin e anch’egli facente parte della Nra: dopo due anni di controlli, mentre Butina stava per trasferirsi in South Dakota, sono scattate le manette.
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