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Le macchine fotografiche digitali e il nastro adesivo, le banche del sangue e gli assorbenti, i forni a microonde e la gomma sintetica, le super-colle e gli orologi da polso, i fuoristrada (a partire dalla Jeep) e i biscotti energetici, i fiammiferi (e gli accendini) anti-vento e i tessuti anti-sabbia, tecnologie per gli alimenti come la liofilizzazione, che facilitava il trasporto del cibo alle truppe, e tutta una serie di indumenti pratici e insieme eleganti, iniziando dal classico impermeabile, il trench coat, soprabito da trincea degli ufficiali britannici che copriva dall’umido e dal freddo nello stesso tempo.
E poi dispositivi ben più sofisticati: apparecchi per la visione notturna, radar, motore a reazione, energia nucleare, razzi e satelliti, droni, il GPS, i computer, Internet. Una mole enorme di prodotti che non si sa se avrebbero visto la luce senza gli ingentissimi investimenti in ricerca e sviluppo a fini militari imposti dalla logica delle due guerre mondiali, del confronto bipolare e della insicurezza globale post Torri Gemelle.
ADATTAMENTI
La Germania, il Regno Unito e soprattutto gli Stati Uniti d’America, dominanti dalla seconda guerra mondiale in poi, sono i Paesi che nei decenni hanno studiato prodotti a uso militare poi adoperati, in maniera talvolta crescente, anche in ambito civile.
INVESTIMENTI
La svolta alla nostra vita è stata impressa però dalle ricadute delle tecnologie più avanzate, frutto sostanzialmente della ricerca resa possibile dalle necessità statunitensi di conservare il dominio tecnologico nel mondo bipolare e ora multipolare. A raccontare in dettaglio questa politica e i suoi risultati è stata l’economista Mariana Mazzucato, italiana di nascita ma anglosassone per formazione, nel suo “The Entrepreneurial State”, dove si è soffermata in particolare sul ruolo della DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency, creata nel 1958) e di altre Agenzie statali Usa quali la Nasa che nacquero o vennero rafforzate dopo il lancio nello spazio del primo satellite sovietico, lo Sputnik, datato 1957 e i timori diffusi negli States di un sorpasso tecnologico da parte dell’Urss. Furono gli investimenti della Darpa – ha spiegato Mazzucato – a finanziare la nascita di dipartimenti per le scienze computeristiche, a permettere lo studio e lo sviluppo dei semiconduttori, a rendere possibile l’interazione uomo-computer, a creare Internet. E a cambiare le nostre vite.
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