Google a pagamento? Una rivoluzione che cambierà tutto

Dalle limitazioni per l'accesso alle notizie alle nuove strategie di marketing: è in atto una rivoluzione esistenziale

Google a pagamento? Una rivoluzione che cambierà tutto
Alzi la mano chi non ha mai cercato qualcosa su Google. Ascolta: Guerra e connessioni satellitari (o marine): la disconnessione dalla rete diventa arma, di attacco o difesa ...

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Alzi la mano chi non ha mai cercato qualcosa su Google.

Notizie, numeri di telefono, informazioni su film, personaggi, viaggi. Per molti di noi Google e internet sono quasi sinonimi, il motore di ricerca più utilizzato al mondo, il compagno di infinite ricerche pronto a soddisfare ogni nostra curiosità e ogni nostra esigenza, una presenza così costante da aver portato persino all’introduzione di un neologismo come il verbo googlare.

Ecco, ora pensate se da domani tutto questo non esistesse più. O almeno non nella forma gratuita a cui siamo da sempre abituati. Rumors sempre più insistenti provenienti da Mountain View sostengono infatti che i vertici di Google, con un modello di business messo in crisi da Intelligenza Artificiale e app che permettono di schermare la pubblicità, stiano seriamente valutando di fare il grande salto e mettere il servizio a pagamento. Sarebbe una vera e propria rivoluzione nelle nostre esistenze. Una rivoluzione della quale abbiamo provato a immaginare l’impatto.

Le conseguenze

Primo fra tutti quello relativo all'accesso all’informazione. Una delle prime e più immediate conseguenze sarebbe infatti l'accessibilità alle notizie. Google è una porta primaria al sapere globale per miliardi di persone. Rendere a pagamento i suoi servizi potrebbe limitare l'accesso e la fruizione di news agli utenti meno abbienti, portando a una maggiore disuguaglianza nell'accesso alle risorse digitali. Uno scenario che aprirebbe questioni etiche estremamente rilevanti sulla responsabilità delle grandi tecnologie nel garantire che i benefici della rivoluzione digitale rimangano accessibili a tutti.
Ma non è soltanto questo. 

La decisione di far pagare per servizi che erano precedentemente gratuiti potrebbe spingere molti utenti a cercare alternative migrando verso altri motori di ricerca gratuiti, modificando significativamente la quota di mercato e la dinamica competitiva dell'intero comparto. Fra i possibili miglioramenti ci sarebbe poi quello di una maggiore qualità del servizio e di implementazioni innovative. Introdurre un modello a pagamento dovrebbe infatti spingere Google a migliorare ulteriormente la qualità e l'efficacia dei suoi servizi per giustificare il costo aggiuntivo.

Ma se un gigante come Google dovesse cambiare le regole del gioco questo non potrebbe non avere effetti anche sulle regolamentazioni generali. Considerando la posizione dominante dell'azienda sul mercato, le autorità di regolamentazione potrebbero intervenire per assicurare che l'accesso alle informazioni fondamentali rimanga libero e accessibile, o per prevenire una monopolizzazione del mercato dell'informazione online. Ma il terremoto potrebbe spingersi ben oltre e finire per coinvolgere tutte quelle aziende e quelle attività che dipendono da Google per pubblicità e visibilità.

Google, un nuovo modello a pagamento

Un modello a pagamento potrebbe infatti ridurre il numero di utenti che accedono a Google, influenzando l'efficacia della pubblicità e forzando le aziende a diversificare le loro strategie di marketing digitale. E così la rivoluzione del modello di business di Google costringerebbe praticamente tutte le aziende del pianeta a rivedere le proprie strategie pubblicitarie.

Insomma, se Google decidesse di introdurre un modello a pagamento per l'accesso ai suoi servizi, ci troveremmo di fronte a una trasformazione radicale del panorama digitale. Le implicazioni di un simile cambiamento sarebbero vastissime, toccando ogni aspetto della società moderna dall'educazione all'economia. Questo perché dopo 25 anni passati vivendo un’immersione digitale sempre più costante e totalizzante abbiamo dimenticato una fetta di mondo pre-internet.

Quando l’accesso al sapere non solo non era gratuito ma era tutt’altro che immateriale: pesantissime enciclopedie a volumi che avevano la pretesa di condensare in pagine statiche e immortali tutto lo scibile umano. Erano altri tempi, quando gli aggiornamenti non avvenivano in tempo reale ma bisognava attendere un’eventuale nuova edizione. Un’altra era. Come quella che potrebbe cominciare a breve.

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Corriere Adriatico