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Calcio e tecnologia si “annusano” da anni. Si sono inseguiti, cercati e ora definitivamente trovati. Un binomio perfetto: uno mette a disposizione il suo contenuto vincente, l’altra ha la formula che fa presa sul target dei giovanissimi. Nasce così la eSerie A Tim, campionato di calcio virtuale a cui prendono parte le squadre della Lega Serie A che si appresta a vivere la sua prima stagione ufficiale. La scorsa stagione, condizionata dal Covid nonostante fosse stata già programmata, ha in ogni caso visto l’organizzazione di una serie di eventi online, l’ultimo dei quali ha visto trionfare (su Fifa) il Cagliari nella Royal Rumble del 6-7 giugno scorsi. Sì, Sì avete capito bene lo scudetto si assegna giocando alla PlayStation 4. La formula ricalca quella reale: un girone all’italiana con andata e ritorno cui seguiranno i playoff per accedere alle Final Eight che assegneranno i due scudetti. Il campionato si giocherà su entrambi i simulatori Fifa e Pes (17 squadre partecipanti su ciascun gioco). Il primo campionato a partire sarà quello su Fifa 21: i gironi sono in programma tra il 9 ed il 16 marzo, i playoff il 20-21 aprile. In calendario per il 30-31 marzo e 6-7 aprile le giornate della fase a gironi di Pes, cui seguiranno i playoff il 27-28 aprile. Ancora da definire, invece, la data delle finali in programma in ogni caso nel mese di maggio. Ogni team è formato da due o tre giocatori, uno tra loro è stato scelto con un draft da una rosa di giocatori provenienti da tornei di qualificazione; gli altri sono pro players ingaggiati dal club: proprio come nel calciomercato le squadre hanno cercato i migliori eAtleti facendogli sottoscrivere dei contratti. Quella dei simulatori calcistici è diventata una voce, che col tempo cresce sempre di più, dei bilanci di ogni società.
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LE SQUADRE
Non a caso non tutte le squadre parteciperanno a entrambi i campionati.
LO SCENARIO
Per capire questo fenomeno bisogna analizzare come sta cambiando la fruizione dello sport. La visione della partita per 90 minuti seduti sul divano davanti alla tv è un qualcosa che appartiene al secolo scorso. Seguire una partita di calcio sta diventando sempre di più un’esperienza social, che avviene con un secondo schermo (smartphone o tablet) acceso per commentare, consultare app, cercare statistiche in tempo reale. Il diktat è: contenuti veloci. La soglia d’attenzione è molto bassa. Il tempo dei giovani viene parcellizzato: 10 minuti su un social, 5 su un video, altri 10 su un altro social. Quello che ha fatto riflettere i grandi club è che non è diminuito l’audience della fascia più giovane ma semplicemente la partita di calcio è stata vista in maniera differente. Ecco perché i grandi club, complice anche lo stop al campionato del 2020 e gli stadi ancora vuoti, investire sui social e sugli eSport è diventata una necessità. Senza il suo contenuto vincente il calcio si è alleato con la tecnologia. Un mare dove pescare nuovi tifosi. O meglio followers. Il tradizionale rito di passaggio padre-figlio si è perso. Oggi i giovani conoscono le squadre, i giocatori, le loro skills attraverso i videogiochi. Non a caso un’industria da 240 miliardi di dollari. Eh già perché i social tradizionali Facebook e Instagram non bastano più. Oggi ci sono piattaforme dove si interagisce direttamente. Dove i videogiochi sono protagonisti. Basti pensare a Twitch che nel 2019 ha fatto registrate qualcosa come una decina di miliardi di ore di visioni. O TikTok dove l’hashtag #calcio ha più di 2 miliardi di visualizzazioni. Oltre ai team per giocare le varie squadre hanno messo a punto anche altre strategie. L’Inter ha creato una media house che produce contenuti per tutti i social e in diverse lingue. «Siamo stati i primi in Europa ad arrivare su TikTok, una scelta per allargare la fanbase anche a livello di genere», il Milan sono poi andate oltre, con accordi con Google e Amazon per portare i cori dello stadio nelle case attraverso gli smart speaker, con Apple Music e Tidal per le playlist dei giocatori.
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