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Impossibile, a oggi, fare pronostici, perché può davvero accadere di tutto.
Il filo Reggina-Brescia
La situazione più delicata è certamente quella della Reggina: l’arrivo del nuovo presidente Manuele Ilari non basta a far dimenticare i gravi problemi societari degli ultimi mesi, con tanto di mancato rispetto dei criteri legali ed economico-finanziari previsti per l’ammissione al campionato. Gli amaranto si giocano una fetta importante del loro futuro: in caso di nuova bocciatura ci sarebbe comunque la possibilità di ricorrere al Consiglio di Stato, ma l’ennesimo “No” alla richiesta di ammissione al torneo equivarrebbe a una sentenza quasi definitiva. Il Brescia, in questo caso, appare come un avvoltoio in attesa di cibarsi della carcassa dell’avversario: lo spumante è già in frigorifero da qualche giorno, ma nessuno si azzarda a festeggiare in anticipo.
Davide contro Golia
Ben diversa, invece, la storia del Lecco. Dopo aver vinto contro ogni pronostico i playoff di C, la favola dei manzoniani rischia di dissolversi anzitempo contro alcune formalità burocratiche. In tanti si sono schierati a favore di “Davide”, che sul campo ha meritato la promozione tra i cadetti: l’esclusione dei blucelesti, dunque, avrebbe un peso specifico anche per l’immagine e la credibilità del campionato. Guai, però, a emettere sentenze basate solo sul buon senso: il Perugia, terzultimo in classifica la scorsa stagione, è pronto ad aggrapparsi a qualsiasi cavillo pur di giocare nuovamente in B. Anche perché, in caso di esclusione di Reggina e Lecco, nessun altro potrebbe prendere il posto degli umbri: né la Spal, il cui ricorso contro Figc, Lega B e Perugia è stato dichiarato inammissibile, né il Foggia, che ha presentato un nuovo ricorso al Tar con udienza però fissata al 26 settembre, quando sarà verosimilmente impossibile avere un esito favorevole (con conseguente stravolgimento del campionato). Oggi, dunque, fari puntati sulle situazioni di Reggina, Lecco, Brescia e Perugia: qualcuno festeggerà, qualcuno resterà deluso e si appellerà al Consiglio di Stato, ultimo grado di giudizio di questa ‘folle’ estate italiana.
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Corriere Adriatico