Serie A, la strada del futuro. La Lega: «Partite all'estero? Forse, ma non subito». E il Var può diventare "a chiamata"

Serie A, la strada del futuro. La Lega: «Partite all'estero? Forse, ma non subito». E il Var può diventare "a chiamata"
Quasi un discorso programmatico. Lorenzo Casini, ospite a "La politica nel pallone" su Rai Gr Parlamento, racconta la propria visione sulla governance della Serie A....

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Quasi un discorso programmatico. Lorenzo Casini, ospite a "La politica nel pallone" su Rai Gr Parlamento, racconta la propria visione sulla governance della Serie A. Come cambierà il campionato più importante d'Italia? Prova a spiegarlo lo stesso numero uno, con dichiarazioni che lasciano intendere ampie riflessioni. Dal Var a chiamata alla possibilità di giocare all'estero. 

 

Partite all'estero

«Partite di Serie A all'estero? Dobbiamo discuterne con Uefa e Fifa. Sarebbe una novità modello Nba, è un tema che interessa le squadre e se ne è discusso. Ma sicuramente non avverrà in questo campionato». Casini risponde così alla possibilità di partite itineranti in giro per il mondo. Si farà per davvero?

 

La riforma dei campionati. Serie A? Non una squadra di meno

La riforma dei campionati è uno degli aspetti su cui ci si interroga da anni. Non dovrebbe, però, esserci una riduzione di organico in A. «Il tema sulla riforma dei campionati è all'ordine del giorno, nell'ultimo Consiglio federale si è deciso di arrivare all'Assemblea di dicembre con delle proposte, da parte di tutti i componenti, sull'ordinamento dei campionati. Non è considerata prioritaria la riduzione delle squadre di Serie A, mentre in Italia c'è il problema del numero complessivo di squadre professionistiche che sono un centinaio e sono distribuite nelle tre leghe». Di fatto: se qualcuno dovrà rinunciare a club, sarà la Lega Pro. 

 

Var a chiamata? Casini apre

«Novità per il Var? Il challenge penso possa essere uno strumento utile, se ovviamente limitato come numeri. Il Var, secondo gli studi, come tempi, sta su una media di un calcio di punizione, quindi non c'è problema reale di tempo effettivo per un challenge di squadra a tempo. Una soluzione che toglierebbe quel clima di sospetti e polemiche che accompagna spesso il gioco del calcio»

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Corriere Adriatico