Il sangiorgese Pancotto alza la Coppa Italia con il suo Napoli: «Un sogno che rincorrevo da tanto»

Il sangiorgese Pancotto alza la Coppa Italia con il suo Napoli: «Un sogno che rincorrevo da tanto»
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PORTO SAN GIORGIO Alla fine ce l’ha fatta, Cesare Pancotto. Una carriera lunga oltre quarant’anni, quattro titoli vinti tra A2 e B, due volte miglior allenatore della Serie A, oltre mille panchine nel massimo campionato, ma mai la gioia di alzare un trofeo al cielo. Mai prima di domenica sera, quando la sua Generazione Vincente Napoli, nella quale ricopre il ruolo di vice di coach Igor Milicic, ha compiuto l’impresa: mandare al tappeto la strafavorita EA7 Emporio Armani Milano. «Vincere da assistente o da capo allenatore non fa differenza: partecipi alla costruzione di un qualcosa cui hai contribuito per la tua parte, col tuo lavoro, con la tua responsabilità – racconta il decano degli allenatori italiani mentre da Torino, teatro dell’impresa partenopea rientra verso la sua Porto San Giorgio – era un sogno che rincorrevo da tanto, da quando partii da casa mia al “Fosso della Carogna”: non importa averlo fatto con questa o quella qualifica, conta il risultato ottenuto. Ma quando raggiungi un obiettivo devi già pensare al successivo, anche sei hai 69 anni come me. Altrimenti non vai avanti». 

 

La scelta

Un premio anche per una scelta coraggiosa: quella fatta un anno e mezzo fa scegliendo di fare per la prima volta in carriera l’assistente ad un altro allenatore. «Ho preso in mano il computer, se c’è da passare il pallone o raccogliere un asciugamano lo faccio volentieri: volevo poter essere d’aiuto anche in questa maniera, minimizzando le situazioni che definisco “intossicanti” e sono felice di farlo con coach Milicic, persona squisita e professionista preparatissimo – continua Pancotto – io ho scelto questo percorso coscientemente, non mi sento meno allenatore per questo. Cambia solo la responsabilità che hai e credo che anche l’anno scorso, nel finale di stagione, abbia dimostrato di esserlo ancora a tutti gli effetti. Salvare la squadra è stato come un’altra promozione. Sono gratificato di questo ruolo e di questa vittoria, che ha caricato tutta la città: per la prossima partita casalinga, quella del 3 marzo contro Treviso, c’è già il sold out». 

Il futuro

Il contratto del tecnico sangiorgese è in scadenza a fine stagione. Ma per il futuro c’è ancora tempo. «Prima di tutto, farò quello che faccio sempre: tornerò a Porto San Giorgio, dalla mia famiglia, dai miei amici, come ho fatto per tutta la vita – finisce Pancotto – ho bisogno di qualche cena di pesce coi piedi immersi nella sabbia: il massimo per ricaricare le batterie».

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Corriere Adriatico