dal nostro inviato RIO DE JANEIRO L'oro non è arrivato ma può andar bene anche così. Elisa Di Francisca si arrende in finale alla russa Inna Deriglazova e...
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Ironicamente - ma non usate questo termine di fronte a Elisa - la finale è finita 12-11, esattamente lo stesso punteggio con cui la jesina vinse la finale olimpica londinese contro Arianna Errigo. Un risultato che strozza la rimonta della Di Francisca, partita benissimo (3-0), poi piantata (sette stoccate consecutive della russa) e infine commovente quando ha cercato di risalire dal 12-7. Il suo limite è stato il tempo: dopo la stoccata numero 11, sul cronometro restavano poco più di due secondi. Poco per i sogni di gloria di Elisa.
Prima della finale, la Di Francisca era passata come un rullo compressore sulla portacolori di Hong Kong, Heung Po Lin e sulla polacca Hanna Lyczbinska. Quindi sulla cinese Yongshi Liu, cui le continue ed esagerate urla di esultanza sono rimaste strozzate in gola. In semifinale, ad arrendersi era stata la franco-tunisina Ines Boubakri, vittima anche di un problema fisico con tanto di ingresso in campo dei fisioterapisti. Problema prontamente risolto visto che poco dopo è andata a prendersi la medaglia di bronzo.
UN MESSAGGIO IMPORTANTE
Sul podio, per la cerimonia di premiazione, Elisa si è presentata con una bandiera dell'Europa. Il senso lo ha spiegato dopo in mixed zone. «L'ho fatto per Parigi e Bruxelles. È per dare il messaggio che l'Europa esiste ed è unita contro il terrorismo. Perché solo essendo uniti possiamo superare tante barriere e non fare quello che vogliono loro, cioè chiuderci in casa», ha spiegato l'azzurra. «Noi non siamo come loro, dobbiamo amare e non avere paura. Non dobbiamo fare il loro gioco», ha aggiunto Elisa.
DELUSIONE ARI
Sullo sfondo dell'impresa - perché va considerata comunque tale - c'è la delusione di Arianna Errigo che entrava in tabellone da favorita numero uno e che invece è stata stoppata subito, negli ottavi, dalla canadese Harvey. Ha parlato di crollo nervoso, di sensazioni negative, di scarsa condizione. Prima di attaccare: «È da gennaio che mi alleno da sola, a Frascati, ma preferisco perdere un oro olimpico che avere attorno persone che non mi stimano», un siluro per Giulio Tomassini, suo ex allenatore nello staff della Nazionale che ha preparato i Giochi, reo di aver fatto una lezione a Elisa Di Francisca. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico