ROMA - Assolto perchè il fatto non costituisce reato. Questa la decisione del gup di Roma per l'allenatore dell'Inter, Roberto Mancini, accusato di...
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"Sono contento, si è limitato a dire 'a caldò l'ex calciatore di Sampdoria e Lazio al suo difensore, l'avvocato Carlo Longari che via telefono gli ha comunicato la decisione del giudice. »Sono stato sempre fiducioso nella giustizia. La sentenza di piena assoluzione mi restituisce serenità e tranquillità. Ringrazio i miei legali, il professor Carlo Longari e l'avvocato Silvia Fortini che mi hanno sempre supportato con grande professionalità", ha aggiunto successivamente. Il gup ha condannato a tre anni, sempre in abbreviato, l'avvocato Stefano Gagliardi mentre ha mandato a processo, che inizierà il prossimo 15 novembre davanti ai giudici della IX sezione, oltre a Mezzaroma anche Ulberto Lorenzini. A Mancini e altri imputati, la Procura contestava una bancarotta di circa 2 milioni di euro. Mancini e Mezzaroma, secondo l'accusa, erano coinvolti nel fallimento in via indiretta non avendo quote della società fallita. In base a quanto accertato dai magistrati di piazzale Clodio il loro legame con la vicenda giudiziaria è connesso alla società 'Mastrò di cui erano soci, specializzata nel campo della costruzione e vendita di immobili.
Secondo l'impianto accusatorio a persone riconducibili a Mancini e Mezzaroma, sarebbero giunti assegni bancari provenienti dalla Img, azienda che il tribunale fallimentare ha dichiarato in bancarotta il 24 gennaio del 2013 per un buco complessivo di un milione e ottocento mila euro. L'indagine si è concentra sull'attività svolta tra il 2006 e il 2009 quando i bilanci della Img sarebbero stati prosciugati attraverso un giro di fatturazioni nate da operazioni fittizie. La decisione del gup su Mancini è motivata dal fatto che l'ex stella della Nazionale italiana di calcio non era consapevole dell'operazione ritenuta illecita dalla Procura. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico