Ivan Provedel, il portiere che segna come un bomber

Il portiere pasianese Ivan Provedel esulta dopo il gol segnato all'Ascoli
PORDENONE ​Ivan Provedel, classe 1994, di Cecchini di Pasiano,...

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PORDENONEIvan Provedel, classe 1994, di Cecchini di Pasiano, è entrato nella prestigiosa Hall of fame dei portieri goleador, come Rampulla, Brignoli, Taibi e Amelia. Il numero uno, passato dall’Empoli alla Juve Stabia durante il mercato di gennaio, ha firmato al 95’ il 2-2 dei campani ad Ascoli. Per due volte, nel finale, il “lungo” (un metro e 92) si era fiondato nel cuore dell’area di rigore marchigiana. La seconda è stata quella giusta: colpo di testa imperioso e gol del pareggio. «Ancora non capisco bene come ho fatto - confida il friulano -, pur avendo rivisto l’azione in tv, ma tant’è. La cosa importante è il punto per la squadra in chiave salvezza, dato che perdere una gara come questa sarebbe stato profondamente ingiusto». Ivan il bomber invece non è molto contento della sua prova tra i pali. «Ho parato quel che dovevo su Trotta - puntualizza -. Per il resto potevo far meglio». Perfezionista. Perché “Ivan il terribile” non è solo un guardiano: nel suo dna ci sono solide basi tecniche anche da calciatore di movimento, dato che aveva iniziato la carriera agonistica da attaccante prima nel Treviso e poi nell’Under 14 del Pordenone. Segnava spesso, ma non sentiva suoi i compiti offensivi: lui voleva assolutamente indossare i guantoni. Così dal club neroverde passò al LiaPiave (2009-10), che lo assecondò nella scelta del ruolo, e da lì all’Udinese. Quindi la Primavera del Chievo (2012-13) e i vari prestiti: Pisa in C; Perugia, Modena, Pro Vercelli ed Empoli in B (estate 2017). I toscani rilevarono definitivamente il suo cartellino dai veronesi, lui rispose alla fiducia con un grande campionato e la promozione in A. Da lì le sfide con Ronaldo, Immobile e Icardi. Quindi la retrocessione, altri 6 mesi con gli azzurri (ma sempre in panchina) e il recente passaggio agli stabiesi. Sotto la maglia ufficiale Provedel ne porta sempre un’altra con la scritta “Nancio”. È dedicata a papà Venanzio, morto nell’estate del 2016, il suo mentore. «Perché lui - ha detto più volte Ivan – è sempre qui con me».
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Corriere Adriatico