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ANCONA «Vedere da vicino il numero uno è la cosa più bella che mi sia capitata nella mia carriera». Basterebbero le parole di Flavio Destro, ex capitano dell’Ascoli e oggi allenatore del Fano dopo la lunga parabola sulla panchina della Fermana durata cinque stagioni, per ricordare Diego Armando Maradona, morto in Argentina all’età di 60 anni in seguito a un arresto cardiaco. Nelle sue sette stagioni in Italia con il Napoli, Maradona ha incrociato più volte l’Ascoli e proprio al Del Duca subì la sua prima epsulsione: era il 18 novembre del 1984. In totale sono state quattro le partite giocate da Diego nelle Marche: tre in campionato con l’Ascoli e una in Coppa Italia contro la Samb.
«Ogni volta che ci giocavamo contro era un’emozione unica, perchè in campo c’era il giocatore più forte del mondo – ricorda Giuseppe Carillo, ex difensore dell’Ascoli - Usciva sempre per ultimo dal sottopassaggio degli spogliatoi e dava il cinque a tutti i suoi compagni di squadra, si notava subito la forza che trasmetteva ai compagni».
Ha tanti ricordi anche Flavio Destro: «La cosa che più mi ha colpito è che i compagni lo adoravano, lui durante la gara non si lamentava mai per un passaggio sbagliato ma incoraggiava sempre a dare il massimo. Era impossibile cercare di limitarlo, ti nascondeva il pallone e inventava la giocata. Una volta al San Paolo lo stavo marcando e anche bene ma lui prese il pallone e senza guardare lanciò Bagni che fece gol. Prima che gli arrivasse il pallone sapeva quello che doveva fare e come farlo».
Lapidarie le parole di Massimiliano Favo, ex capitano dell’Ascoli e dell’Ancona, che giocò insieme a Maradona al Napoli: «È morta un’era del calcio, è finita una leggenda. Per me e chi lo ha vissuto come compagno di squadra il dispiacere è veramente immenso, abbiamo perso un fratello. Difficilmente ci sarà un altro come lui, uno che sposi e si immedesimi con un popolo come quello napoletano. Forse perché come calore e fascino era quello che si avvicinava di più alla sua terra, l’Argentina».
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