Due Lionel (Messi e Scaloni) e gli avi emigrati: quante Marche in questa Coppa del Mondo

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ANCONA - Il futuro di due campioni del mondo è stato scritto in un passato lontano più di 130 anni. Forgiato dal sudore di generazioni di marchigiani, umili e tenaci, mai domi: impresso nei solchi di quella terra promessa che si chiamava Argentina, diventata seconda Patria senza mai dimenticare la prima. Quante Marche in questi mondiali albicelesti: sono incise nel Dna di Lionel Messi, uno dei calciatori più forti sulla terra che è già diventato un mito. Ma questa straordinaria regione declinata al plurale scorre nelle vene di un altro Lionel, il Ct della nazionale che ha battuto la Francia in una stratosferica finale di Qatar 2022.

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Nei due Lionel (Messi e Scaloni) mondiali scorre sangue marchigiano

Lionel Scaloni, nato a Pujato il 16 maggio 1978, con doppio passaporto italiano: perché le sue origini sono ascolane, in particolare delle zone limitrofe a Pagliare del Tronto. E sulla rotta Marche-Argentina si intreccia la storia - più nota - del numero 10 neo campione del Mondo, Lionel Messi, cittadino onorario di San Severino e di Recanati: da questi due centri, alla fine del 1800, partirono i suoi trisavoli. Settempedani da parte di mamma, Clelia Maria Cuccittini e concittadini di Leopardi da parte di padre, Jorge Horacio Messi. 

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L'emigrazione marchigiana, in Argentina la comunità più grande

Non a caso la comunità dei marchigiani più grande del mondo si trova in Argentina, dove dall'ultimo censimento, risulterebbero essere ben 1.500.000 i marchigiani con discendenza fino alla terza generazione. Il fenomeno dell'emigrazione ha caratterizzato la storia della regione del XIX e XX secolo: tra ‘800 e ‘900 furono infatti ben 660.000 i marchigiani che decisero di espatriare a causa della crisi crisi agraria e in quella del settore manifatturiero a cui si aggiunsero anche la chiusura delle miniere di zolfo, la crisi del settore ferroviario e del settore del mondo marinaro. La terra promessa era principalmente l'Argentina, considerato un Paese dal roseo futuro.  E in Argentina arrivò nel 1889 Angelo Messi, trisavolo di Lionel e successivamente la trisnonna materna. Sognavano un futuro migliore per i loro figli, non potevano immaginare che, di generazione in generazione, sarebbe nata anche una leggenda.

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Corriere Adriatico