Karel Poborsky ha rischiato di morire: «La barba mi ha quasi ucciso, colpa di una zecca»

Karel Poborsky
Forse a causa di una zecca che ha vissuto nella sua barba trasmettendogli la malattia di Lyme, Karel Poborsky ha rischiato la vita. L’ex calciatore è tornato a...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Forse a causa di una zecca che ha vissuto nella sua barba trasmettendogli la malattia di Lyme, Karel Poborsky ha rischiato la vita. L’ex calciatore è tornato a parlare dell’estate del 2016, quando si è manifestata la malattia: “Se fossi arrivato in ospedale un giorno più tardi, questa intervista non sarebbe mai uscita”.





L’ex centrocampista della Lazio, oggi dirigente sportivo, che molti ricorderanno per aver infranto il sogno scudetto dell’Inter con una doppietta il 5 maggio del 2002, ha raccontato l’accaduto in un’intervista al The Guardian: «Ero in coma indotto. Al mio risveglio, mi hanno chiesto quale fosse il mio nome. Tutti i miei muscoli facciali erano paralizzati, ho trascorso tre settimane in quarantena nella struttura sanitaria sotto potenti antibiotici».



Oggi la paura è passata e Karel Poborsky è tornato alla normalità, ma il ricordo è sempre vivo: «Non potevo mangiare, dovevo tenere gli occhi coperti perché ero molto sensibile alla luce. Ero parecchio spaventato».
Le cause della malattia non sono certe, ma la più accreditata è appunto la presenza della zecca che ha tramesso la malattia di Lyme, patologia di origine batterica difficilmente diagnosticabile e, se trascurata, con gravi conseguenze. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico