_22123225.jpg)
L’ex centrocampista della Lazio, oggi dirigente sportivo, che molti ricorderanno per aver infranto il sogno scudetto dell’Inter con una doppietta il 5 maggio del 2002, ha raccontato l’accaduto in un’intervista al The Guardian: «Ero in coma indotto. Al mio risveglio, mi hanno chiesto quale fosse il mio nome. Tutti i miei muscoli facciali erano paralizzati, ho trascorso tre settimane in quarantena nella struttura sanitaria sotto potenti antibiotici».

Oggi la paura è passata e Karel Poborsky è tornato alla normalità, ma il ricordo è sempre vivo: «Non potevo mangiare, dovevo tenere gli occhi coperti perché ero molto sensibile alla luce. Ero parecchio spaventato».
Le cause della malattia non sono certe, ma la più accreditata è appunto la presenza della zecca che ha tramesso la malattia di Lyme, patologia di origine batterica difficilmente diagnosticabile e, se trascurata, con gravi conseguenze.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Utilità Contattaci
Logout