L'esperto Mantovani suona la carica: «Ascoli, lunedì con lo Spezia sarà la prima di otto finali»

L'esperto Mantovani suona la carica: «Ascoli, lunedì con lo Spezia sarà la prima di otto finali»
ASCOLI «Io permaloso? Abbastanza da buon romano». Ottimo difensore in campo, bravo ragazzo fuori. Valerio Mantovani, difensore centrale dell'Ascoli si racconta...

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ASCOLI «Io permaloso? Abbastanza da buon romano». Ottimo difensore in campo, bravo ragazzo fuori. Valerio Mantovani, difensore centrale dell'Ascoli si racconta attraverso la web TV del club bianconero. Doveva praticare un'altra disciplina, il nuoto, poi è arrivata la passione per il calcio grazie al padre che lavorava nel centro sportivo di Odoacre Chierico (ex Ascoli), Roberto Pruzzo e Giuseppe Giannini (le origini di quest'ultimo sono picene di Montemonaco). «Mio padre un giorno mi portò a quel centro sportivo - racconta Mantovani - e quando vidi quell'immenso campo verde rimasi colpito, da lì decisi di cambiare sport, naturalmente dopo un litigio con mia madre che voleva continuassi la scuola di nuoto. Il giorno dopo mi iscrissi e da lì è iniziata la mia carriera di calciatore. Sette anni con la Roma tra giovanili e prima squadra, poi Torino Alessandria, Salernitana, Ternana e adesso Ascoli». 

 


La svolta

«La svolta c'è stata quando mi sono trasferito a Torino - afferma - sono cresciuto come uomo perché stare da soli è diverso dallo stare tutti i giorni con i genitori e i nonni che ti viziano». Ascoli piazza storica che fa sentire l' importanza delle partite. «Una piazza che invoglia a fare bene e che dà stimoli, durante le partite i tifosi si fanno sentire. Io da quando sono arrivato la curva l'ho sempre vista piena, ma anche negli gli altri settori dello stadio ho visto tanta gente. Personalmente preferisco questi club storici che ti fanno sentire la passione sia quando le cose vanno bene che quando vanno male, in questo secondo caso ti fanno stare un po' sull' attenti». 

La sfida

Sull'attenti in vista del match salvezza con lo Spezia. «Ci stiamo preparando bene, stiamo affilando le ultime indicazioni che ci sta dando il mister, è arrivato da poco e ci sono nuove nozioni da imparare più velocemente possibile. Non c'è bisogno di presentare la partita - sottolinea il giocatore bianconero -. Si presenta da sola e le motivazioni non possono mancare. In questa settimana di sosta abbiamo lavorato e messo a puntino quello che il mister vuole, sia in fase di possesso che di non possesso. Adesso sta a noi seguirlo e pensare che ci aspettano otto finali dalle quali contiamo di portare a casa più punti possibili per raggiungere l' obiettivo». Il passaggio in bianconero a gennaio irto di difficoltà. «È stato un periodo travagliato perché con il direttore sportivo ci sentivamo quotidianamente- Il mio intento e la mia voglia erano di venire qui ad Ascoli già dal primo di gennaio. Ci sono state delle difficoltà che hanno portato la trattativa ad allungarsi un pochino però alla fine siamo riusciti, anche se nella fase finale del mercato, a raggiungere lo scopo che volevamo io e l' Ascoli». 

Il bilancio

Bilancio personale dei due mesi da bianconero. «Io mi metto sempre a disposizione del tecnico e della squadra, penso che il giocatore a prescindere dall'allenatore deve fare il suo lavoro. Quando gioca e soprattutto durante gli allenamenti, poi sta al mister naturalmente fare delle scelte che vanno accettate». Ma c’è sempre un mister che lo ha fatto crescere. «Moreno Longo l' ho avuto nell'Alessandria, mi ha aiutato tantissimo nella mia crescita. È uno molto attento a tutto a partire dall'alimentazione. Per me è tra le persone più importanti che hanno fatto sì che cambiasse il mio percorso calcistico». Il sostegno dei tifosi anche al Picco. «So che saranno in tanti, abbiamo bisogno del loro sostegno».

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Corriere Adriatico