Rinviata Genoa-Torino in programma sabato. Asl: «Focolaio Covid partito da un singolo caso»

Rinviata Genoa-Torino in programma sabato. Asl: «Focolaio Covid partito da un singolo caso»
GENOVA - Serie A, la partita della terza giornata dtra Genoa e Torino, in programma sabato 3 ottobre alle ore 18 allo stadio Ferraris è stata rinviata in seguito alle 15...

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GENOVA - Serie A, la partita della terza giornata dtra Genoa e Torino, in programma sabato 3 ottobre alle ore 18 allo stadio Ferraris è stata rinviata in seguito alle 15 positività nel gruppo squadra rossoblù. Lo ha deciso il Consiglio di Lega riunito oggi. Il Consiglio straordinario della Lega Serie A, oltre al rinvio del match ha previsto, da adesso in poi, l'applicazione delle norme Uefa: se una squadra ha 13 calciatori a disposizione compreso un portiere, la partita si potrà svolgere. La squadra che non scenderà in campo subirà la sconfitta per 0-3 a tavolino. Il Consiglio ha inoltre stabilito, nel caso in cui si dovessero registrare in settimana almeno dieci positività nel proprio organico, la possibilità per una volta nell'arco della stagione, di chiedere il rinvio della partita. Nel caso di Genoa-Torino, il club rossoblù ha potuto usufruire di questo opportunità ottenendo il rinvio della partita.


Genoa, così si è sviluppato il focolaio. «Quello del Genoa è un focolaio partito da un singolo caso, in seguito al quale abbiamo eseguito dei tamponi per chi era stato a stretto contatto con il caso primario. Essendo venuti fuori lunedì dei casi secondari, abbiamo dovuto valutare più attentamente questo gruppo di calciatori risultato positivo al Covid-19, per evitare nuovi casi secondari, per tutelare i giocatori e chi viene in contatto con loro». Lo ha detto Maura Ferrari Bravo, direttore igiene e sanità pubblica della Asl 3, a Sky Sport 24 per fare il punto sulle restrizioni agli allenamenti del Genoa imposti dalla Asl. «L'approccio per la sicurezza dei calciatori è basato sia su una diagnostica tempestiva delle varie positività tardive, quindi cerchiamo di utilizzare test validi a livello ministeriale a ridosso dell'allenamento. In più, aggiungiamo altre precauzioni operative: visto che non ci si può allenare con la mascherina, si è deciso di trovare un protocollo operativo che gestisca sia l'allenamento in campo con il distanziamento, sia la permanenza all'interno degli spogliatoi, in modo da evitare contatti fra i calciatori», ha aggiunto. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico