Covid e quarantene sugli Australian Open: salgono a 72 gli "isolati" e crescono le polemiche

Covid e quarantene sugli Australian Open: salgono a 72 gli "isolati" e crescono le polemiche
L'atmosfera a Melbourne è già bollente, con...

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L'atmosfera a Melbourne è già bollente, con polemiche alle stelle a causa delle mille, pur giustificate, precauzioni che gli organizzatori e le autorità sanitarie del Victoria hanno imposto ai partecipanti. Il Covid-19 aleggia sempre su tutto e appena può colpisce, tanto che oggi altri 25 tennisti si sono aggiunti ai 47 già in isolamento stretto per aver viaggiato con persone contagiate. Erano su un charter proveniente da Doha dove, si è scoperto solo all'arrivo, c'era una persona positiva non facente parte del loro gruppo. In questa situazione, il direttore del torneo, Craig Tiley, cerca di mantenere dritta la barra confermando, come ha fatto oggi, che la prima prova del Grande Slam inizierà come previsto l'8 febbraio e ammettendo le attuali difficoltà e i rischi causati dal virus. Il caso più scottante è quello dei 72 atleti che sono costretti a stare chiusi in camera negli alberghi per 14 giorni senza potersi allenare. C'è che si lamenta sui social del trattamento e della nebulosità delle informazioni preventive, ma quei pochi che hanno provato a mettere il naso fuori dalla camera per parlare con un collega o un trainer sono stati già minacciati di multe salatissime o di essere trasferiti in hotel con poliziotti ad ogni piano a controllarli. «È un comportamento inammissibile» li ha bacchettati il commissario per la quarantena nello Stato, Emma Cassar, respingendo le critiche di coloro che negano di essere stati a conoscenza delle restrizioni cui si rischiava di andare incontro in caso di contatto con persone positive. «Se l'avessi saputo non ci sarei proprio venuta», hanno twittato la romena Sorana Cirstea la kazaka Yulia Putintseva. Per alleviare le loro difficoltà, gli organizzatori hanno cercato di mettere loro a disposizione attrezzi nelle camere per allenarsi, cosa peraltro del tutto diversa dallo state in campo. La gran parte dei tennisti iscritti al torneo, oltre 1.200 tra i quali 14 tra azzurri e azzurre, è in quarantena a Melbourne ma può uscire dagli alberghi per allenarsi per cinque ore al giorno. La 'cremà - vedi Novak Djokovic e Rafael Nadal, ma anche Jannik Sinner, Serena Williams e Naomi Osaka - è stata fatta invece sbarcare ad Adelaide nella più tranquilla e isolata Adelaide, aumentando i malumori. Il n.1 al mondo ha però teso una mano ai collegi più sfortunati, inviando una lettera al direttore Tiley avanzando delle richieste precise. Tra queste, la riduzione dei giorni di isolamento totale dopo un tampone negativo o anche lo spostamento in case private dotate di un campo per allenarsi.

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Corriere Adriatico