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TOKYO - La quota qualificazione era fissata a 2.30, ma con soli 13 atleti rimasti in gara a 2.28 la giuria ha deciso che bastava così e che erano loro i 13 per la finale. E tra loro anche Gianmarco Tamberi: «Lo chiamavo sogno, ora lo chiamo obiettivo». Così Gianmarco Tamberi racconta la conquista della finale (tra due giorni) del salto in alto alle Olimpiadi di Tokyo 2020 che ha guadagnato nella notte italiana saltando al secondo tentativo 2.28: «Oggi l'importante era qualificarsi ma non è stata una bella gara - ha detto a Rai Sport -. Ho dovuto cambiare qualcosa nei chiodi della scarpa, in gara ho avuto un po' più di difficoltà. I salti sono stati tutti brutti, in riscaldamento c'era qualcosa di meglio. Quella finale la aspetto da troppo per non divertirmi. Non vedevo l'ora, ho dato l'anima per essere qui negli ultimi cinque anni. Ogni giorno per tornare a camminare, correre e saltare: è stata una strada lunghissima, lo chiamavo sogno e ora è un obiettivo».
Corriere Adriatico