Il "Condor" Agostini ricorda la tripletta rifilata al Pescara nel '93: «Ancona, quei tre gol regalarono una gioia grande»

Il "Condor" Agostini ricorda la tripletta rifilata al Pescara nel '93: «Ancona, quei tre gol regalarono una gioia grande»
Una sfida dal sapore antico che si è giocata in ogni categoria. Compresa la Serie A nella stagione sportiva 1992-1993. Un incrocio particolare quello tra Ancona e Pescara...

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Una sfida dal sapore antico che si è giocata in ogni categoria. Compresa la Serie A nella stagione sportiva 1992-1993. Un incrocio particolare quello tra Ancona e Pescara che furono promosse insieme e retrocessero insieme. Quasi come legate da un unico, ironico, destino. Il 23 maggio del 1993, al Del Conero, Cavaliere armato e Delfino sono già retrocessi ma danno vita a un match spettacolare terminato 5-3 in favore dei dorici con tripletta del Condor Massimo Agostini. Lo stesso che, due gol e mezzo, al Pescara li aveva già rifilati anni prima (il 20 dicembre del 1987, ndr) con la maglia della Roma timbrando un netto 5-1.

Agostini, aveva preso il vizio
«Sembra di sì. Con la Roma segnai due reti e propiziai un autogol. Con l'Ancona fu diverso».

 
Cosa le viene in mente di quella giornata?
«Le triplette non si dimenticano. E quella me la ricordo molto bene. Eravamo due squadre di bassa classifica, tanto che poi retrocedemmo entrambe, ma fu una partita pirotecnica. Un match sentito, una bella giornata che si concluse con tre miei gol che fecero gioire tante persone (le altre marcature furono di Ermini e Vecchiola, ndr). Stavamo gettando basi importanti per l'anno successivo dove ci fu la cavalcata in Coppa Italia culminata con la finale contro la Sampdoria».

Lo storico percorso di Coppa partì, probabilmente, proprio dal finale di quella stagione. Non trova?
«Sono d'accordo. Ma in quella stagione, ad eccezione di Glonek, rimanemmo gli stessi dall'inizio alla fine e fu facile iniziare a cementificare. Purtroppo non centrammo la salvezza ma una gioia, in quella partita molto sentita contro il Pescara, l'avevamo data ai nostri tifosi che non ci hanno mai abbandonato».

Torniamo a oggi. Per via del suo ruolo nel Cda del Cesena sta vivendo questo girone B in prima persona. Che ne pensa complessivamente?
«Ci sono state delle sorprese. Ad esempio pensavo che Perugia, Spal, Entella e Pescara potessero condurre un campionato di vertice. Il grande equilibrio ha inciso portando altre squadre, come la Torres ad esempio, ad approfittarne».

L'Ancona secondo lei cosa sta pagando?
«Bisogna partire dallo scorso anno».

A cosa fa riferimento?
«All'esonero di mister Colavitto, che secondo me fu una leggerezza in quanto mancavano due giornate alle fine del campionato. Si è scelto di puntare su un allenatore con meno esperienza come Donadel che, dopo dei buoni playoff, ha portato le sue idee anche nella costruzione della squadra attuale. La rosa è più giovane, meno esperta e forse qualcosa ha pagato. Le idee sarebbero state anche buone, ma in questi tornei serve concretezza».

Come vede il futuro dei biancorossi?
«Hanno alle spalle una società che sa investire molto bene e lo sta dimostrando. La prima squadra andrà di conseguenza, ne sono sicuro».

Intanto domenica si affrontano due 4-3-3, sarà una sfida aperta


«Colavitto e Zeman (che non ci sarà per via dei problemi di salute, ndr) sono due allenatori che amano lo spettacolo e il bel gioco. Non è detto, tuttavia, che i moduli equivalgano automaticamente a quanto detto. Si può cercare l'equilibrio anche giocando all'attacco. Chi andrà allo stadio si divertirà».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico