VENEZIA - A festeggiare Il giovane favoloso sono arrivati da Recanati anche i discendenti di Giacomo Leopardi, il conte Vanni e la figlia Olimpia. «È stato emozionante -...
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Olimpia Leopardi racconta di aver conosciuto Martone a Torino «alla prima delle Operette Morali a teatro. In quell'occasione mi disse a bruciapelo, lasciandomi sbigottita: 'sto pensando di fare un film su Leopardì, nessuno lo aveva mai ipotizzato, penso che Giacomo metta un pò paura, intimorisca». Il poeta «è il nonno di mio nonno», spiega la contessa, custode con il padre Vanni (figlio di Pierfrancesco, fratello di Giacomo) della Casa Leopardi che è stata il set del Giovane favoloso. «Abbiamo messo a disposizione le livree dei marchesi Antici - la mamma del poeta ndr - così come i nostri piatti, la tabacchiera, lo scrittorio, i libri. Sarebbe piaciuto a Visconti - dice Vanni che ha fatto anche una piccola parte, il cocchiere - e per noi è stato un grande onore poter aprire le porte del nostro palazzo».
La biblioteca di Monaldo Leopardi che si vede nel film è proprio quella meravigliosa di Recanati, 12 mila volumi, una delle prime biblioteche private in Europa che furono aperte alla consultazione pubblica. E autentica, raccontano i discendenti, anche «la breccia», ossia l'appartamento che il conte Monaldo fece costruire per i figli maschi, così chiamato per il pavimento, l'imbrecciata veneziana. L'unico piccolo rammarico dopo la proiezione del film «le troppe poche scene per Silvia», racconta Olimpia che spiega come Martone abbia scelto proprio una giovane di Recanati per la parte dell'amata.
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