Velia Papa taglia il nastro di partenza della nuova edizione di Inteatro Festival

Velia Papa taglia il nastro di partenza della nuova edizione di Inteatro Festival
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POLVERIGI - Inizia oggi la dieci giorni di eventi di Inteatro Festival. Voi pigri, o voi che non avete consuetudine con la Polverigi dell'appuntamento estivo imperdibile che è Inteatro, rallegratevi: il festival inaugura oggi – alle 18 alle Muse con “MatchAtria” di Yui Kawaguchi - l'inedito partenariato con Ancona. Inteatro 2015, infatti, presenta tra le novità la collocazione di molti spettacoli nel capoluogo, tra Teatro delle Muse, Mole e Sperimentale. L'altra novità è che il festival dura come ai vecchi tempi: dieci giorni. Per Velia Papa, che non nasconde la legittima soddisfazione, la domanda è naturale.




Il rilancio di Inteatro dipende dal più cospicuo finanziamento ministeriale a Marche Teatro, promosso “di rilevante interesse culturale”?

“Intendiamoci: il programma di Inteatro era già stato varato prima, in sintonia con il disegno del ministero che dà al nostro “Tric” un forte accento sulla danza, la vocazione di Inteatro. Ma certo, essere entrato nel consorzio giova a Inteatro, che può presentare una più vasta gamma di proposte, linguaggi e provenienze. Non ci siamo mai voluti appiattire su un solo genere o tendenza del teatro contemporaneo”.



Altri vantaggi dell'effetto-Marche Teatro?

“Poter mettere in comune knowhow e capacità organizzativa, indispensabili per rilanciare il festival. Negli ultimi anni Inteatro ha subìto un graduale indebolimento a causa di una politica culturale che non ne aiutava il disegno. In questa maniera, invece, anche Ancona con il suo territorio diviene finestra sul mondo dello spettacolo contemporaneo, e insieme luogo di promozione di artisti marchigiani e italiani; senza interrompere il dialogo col pubblico appassionato di teatro tradizionale”.



Anche usare alcuni luoghi di Ancona per il festival appartiene all'effetto-Marche Teatro?

“Ancona offre spazi più impegnativi per dimensioni e insieme più adatti a certi spettacoli più... spettacolari. Abbiamo così a disposizione grandi palcoscenici e spazi per performance site specific, come quello di Mapped productions con “Nova Insula” che è un viaggio dentro la “Tempesta” di Shakespeare, ambientato nelle sale della Mole”.



Così Polverigi perde la leadership logistica?

“In realtà si è cercato solo di sfruttare la peculiarità degli spazi. Villa Nappi resta “il” luogo di Inteatro, della residenza e delle nuove proposte. Qui sono presentate opere/omaggio, come “Joseph”, con cui debuttò Alessandro Sciarroni (di cui sarà diamo anche l'ultima fatica, “Turning”), e “Kk” di Glen Caci, produzioni Marche Teatro. Polverigi è il posto della full immersion, dove si incontrano gli artisti. Ma ad Ancona ogni serata dal 2 luglio si chiude con i dj set della notte con i musicisti delle compagnie dal vivo”.



Un commento sulle scelte?

“Inteatro è un festival, non una rassegna di proposte casuali: una concentrazione nel tempo e nello spazio, un viaggio per farsi un'idea della creatività contemporanea, con prime assolute, anteprime, prime nazionali e spettacoli inediti”.



E il manifesto di Inteatro 2015?


“Rappresenta il cuore illuminato dello spettacolo “MatchAtria”, una cerimonia del tè con gli spettatori seduti sul palcoscenico. È metafora delle emozioni che crea Inteatro e insieme della scelta di dare spazio anche al virtuale, alla tecnologia, del suo sbilanciamento verso il futuro”. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico