Adesso “Non ci resta che ridere” Pippo Franco sul palco ad Urbania

Pippo Franco sul palco del Teatro Bramante di Urbania
URBANIA - Sarà l’ironia di Pippo Franco a chiudere le giornate di Urbania dedicate alla Festa della Befana: questa sera alle ore 21, il simpatico attore...

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URBANIA - Sarà l’ironia di Pippo Franco a chiudere le giornate di Urbania dedicate alla Festa della Befana: questa sera alle ore 21, il simpatico attore sarà sul palco del Teatro Bramante con il divertente spettacolo autobiografico “Non ci resta che ridere”. Ama le Marche e si dichiara per metà marchigiano, (sua madre era di Fano) e ritorna volentieri nelle nostre zone che frequentò da piccolo: «Le Marche non sono completamente cambiate come succede in altre regioni: hanno mantenuto il sapore di Leopardi».

L’attore ricorda i tempi della sua Befana: «E’ un’antica simpatica credenza intesa anche come armadio…» racconta scherzando. “Nell’epoca in cui non c’era molto da mangiare e l’Italia si stava riscostruendo, la Befana sostituiva Babbo Natale, che è arrivato dopo. Nella calza c’era sempre anche il carbone, per non dimenticare che le cose cattive non vanno fatte!».

Pippo è da solo sul palco, per un’analisi spietata, ma sempre in chiave ironica, di come si è trasformato il mondo: «L’ironia serve ad esorcizzare il dramma per recuperare una sorta di felicità che nasce con l’uomo. Oggi abbiamo perso molta della nostra ironia e senza di essa si soccombe. Invece ci serve per affrontare la realtà, contro un uomo che è diventato un numero ormai, un codice fiscale, perdendosi il fatto che la vita è una delle più sublimi forme d’arte».

Abbattere gli schemi, distruggere gli aspetti artificiali della psiche nei quali l’uomo è rimasto intrappolato: questo è l’unico modo, secondo Pippo di ristabilire un equilibrio interiore e una logica, citando anche Freud: «L’uomo sta vivendo un disagio spaventoso, con tutte le atrocità che accadono e che prima erano inimmaginabili. Nel mio spettacolo racconto e metto in confronto la realtà che si viveva ieri con quella di oggi, soffermandomi molto sull’oggi. I pericoli da affrontare sono infiniti, in un mondo che sta andando verso una direzione imprevedibile. Oggi nessuno si guarda più dentro, o finge di non vedersi per non affrontare prima di tutto sé stesso. E’ prigioniero di un mondo che guarda al mercato, all’economia, dove nessun governo si preoccupa più del benessere delle persone. E’ per questo che ci vuole tanta ironia per sopravvivere!».

Della sua lunga carriera di successi ha un ricordo ancora vivo del primo varietà che andò in scena in tv a colori, “Dove sta Zazà” con Gabriella Ferri: «La prima volta che entrò il cabaret a colori nelle case, perché la vita è a colori!». Per info: Iat Urbania 0722.313140. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico