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FABRIANO Martedì, 19 marzo, alle ore 21 con Ettore Bassi e “Trappola per topi” di Agatha Christie, regia di Giorgio Gallione volge al termine la stagione del Teatro Gentile di Fabriano.
Il genere poliziesco
“Trappola per topi” è una commedia di genere poliziesco di Agatha Christie che l’autrice trasse dal proprio racconto “Tre topolini ciechi”, a sua volta ricavato dall'omonimo radiodramma: il debutto avvenne il 6 ottobre 1952 a Nottingham e, dopo una tournée in altre sei città inglesi, l’allestimento giunse al New Ambassadors Theatre di Londra il 25 novembre seguente, giorno dal quale è rimasto in cartellone ininterrottamente fino al 2020 – cosa per cui già dagli anni settanta detiene il primato mondiale di spettacolo più rappresentato nello stesso teatro. È stato l’unico esempio di dramma rappresentato, ininterrottamente ogni giorno, a partire dal debutto (prima all'Ambassadors, dal 1974 nel teatro St Martin’s).
Perché Trappola per topi ha un plot ferreo e incalzante, è impregnata di suspense e ironia, ed è abitata da personaggi che non sono mai solo silhouette o stereotipi di genere, ma creature bizzarre e ambigue il giusto per stimolare e permettere una messa in scena non polverosa o di cliché». Completano il cast dello spettacolo – prodotto da La Pirandelliana - Claudia Campagnola, Dario Merlini, Stefano Annoni, Maria Lauria, Marco Casazza, Tommaso Cardarelli, Raffaella Anzalone. La traduzione e l’adattamento è di Edoardo Erba, le scene sono di Luigi Ferrigno, i costumi di Francesca Marsella, le musiche di Paolo Silvestri e le luci di Antonio Molinaro.
I personaggi
«I personaggi nascono ovviamente nella loro epoca – conclude il regista - ma sono vivi e rappresentabili oggi, perché i conflitti, le ferite esistenziali, i segreti che ognuno di loro esplicita o nasconde sono quelli dell’uomo contemporaneo, dell’io diviso, della pazzia inconsapevole. Riusciremo a dimostrarlo grazie alla potenza senza tempo di Agatha Christie, ma anche e soprattutto con il talento e l’adesione di una compagnia di artisti che gioca seriamente con un’opera “chiusa” e precisa come una filigrana, che però lascia spazio all’invenzione e alla sorpresa, una promessa di imprevedibilità e insieme di esattezza».
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Corriere Adriatico