TOLENTINO - Arriva da Tolentino, e più precisamente dal museo civico archeologico Silverj, una delle più preziose testimonianze della civiltà picena...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
TOLENTINO - Arriva da Tolentino, e più precisamente dal museo civico archeologico Silverj, una delle più preziose testimonianze della civiltà picena nelle Marche, con tracce romane. Istituito nel 1882, e intitolato al fondatore, il conte Artistide Gentiloni Silverj, da circa un mese e mezzo si è arricchito di una sezione preistorica, dedicata al mesolitico di Contrada Pace, i cui reperti sono stati esposti nella nuova ala, la sola attualmente visitabile.
Il rinvenimento è avvenuto, durante indagini archeologiche preventive fatte nel cantiere del nuovo plesso scolastico Filelfo. Gli scavi sono stati eseguiti tra il 2019 e il 2020, durante i quali è venuto alla luce un accampamento preistorico, databile al mesolitico antico, ovvero al periodo compreso tra 11.500 e 8.400 anni fa. Strutture e reperti sono stati rinvenuti in un eccezionale stato di conservazione, anche considerata l’età degli stessi: la qualità e la quantità del materiale ha permesso di ricostruire lo stile di vita dei gruppi di cacciatori e raccoglitori preistorici che lo hanno frequentato. Questo fa sì che le testimonianze mesolitiche esposte nel museo raccontino uno dei ritrovamenti più importanti e significativi a livello italiano ed europeo.
Tra i resti ci sono manufatti in selce, resti ossei, diversi focolari, che si possono ricondurre al periodo preistorico, con aree carboniose databili, secondo l’analisi di alcuni dei reperti, alla fase più antica del Mesolitico (Sauveterriano). Il percorso espositivo è stato concepito in modo tale da permettere ai visitatori un’immersione e uno studio nella quotidianità degli uomini di 10mila anni fa. Un vero e proprio viaggio nel tempo, nel mondo degli ultimi cacciatori preistorici, nella fase, cioè, immediatamente precedente a quella del Neolitico, in cui gli abitanti del territorio vivevano di agricoltura e allevamento. Sono esposti i reperti più significativi: bulini e microbulini (scalpelli e punteruoli li chiameremmo oggi), lame e lamelle, raschiatoi e grattatoi, punte di Sauveterre e schegge varie, tra cui quelle laminari. Ancora ci sono esemplari di helix molluschi di terra raccolti fin dalla preistoria, emimandibole di volpe, di capriolo e di cinghiale, mascellare di cinghiale, la riproduzione di arco, frecce e di un focolare così come era, con materiali in selce.
I reperti più importanti, insieme a ricostruzioni grafiche di effetto e riproduzioni sperimentali di oggetti mesolitici, rendono la visita emozionante.
Corriere Adriatico