Caputo nel quarantennale torna a cantare a Tolentino tutti i brani di “Un sabato italiano”

Caputo nel quarantennale torna a cantare a Tolentino tutti i brani di “Un sabato italiano”
TOLENTINO - A quarant’anni dall’uscita di “Un sabato italiano”, album che lo ha portato al successo e ancora oggi un classico intramontabile, dopo essere stato a lungo...

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TOLENTINO - A quarant’anni dall’uscita di “Un sabato italiano”, album che lo ha portato al successo e ancora oggi un classico intramontabile, dopo essere stato a lungo all’estero, Sergio Caputo torna in tour in giro per l’Italia, e sarà domani, venerdì 10 marzo, alle ore 21,15, al Politeama di Tolentino (evento sold out, info 0733968043).

 


Il tour 


Caputo sarà a Tolentino in trio, accompagnato da Fabiola Torresi al basso e cori e Alessandro Marzi alla batteria. «È sempre una grande emozione - afferma - salire sul palco e incontrare il mio pubblico che anno dopo anno si arricchisce di giovani. Questo tour però è speciale, un quarantennale non capita tutti i giorni. Faremo tutto l’album (cosa che non succede mai) e lo faremo in formazione di big band, più le immancabili hits amate dal pubblico e tratte anche dagli album successivi. La vivrò di certo come una festa. In particolare a Tolentino, essendo in trio, siamo meno legati da scalette e strutture e potremo fare quello che ci va, con varie sorprese di improvvisazione, nel repertorio basato su hits e canzoni che il pubblico vuole sentire». 


La ricorrenza


Dieci anni fa, nel 2013, Caputo aveva celebrato il trentennale di “Un sabato italiano” con un remake del disco. Quest’anno, spiega l’artista, «non ci sarà un vero e proprio remake, ci sarà un cofanetto targato Sony con il remake del trentennale e qualche inedito di valore, lo faremo sia su Cd che su vinile. Insieme al tour e al cofanetto arriverà un bellissimo video di “Un sabato italiano”». Quanto al remake di dieci anni fa, Caputo spiega di averlo voluto perché sentiva l’esigenza di rifare l’album con suoni classici che, dice, «avrebbero dovuto avere la prima volta, quando però c’era una diversa cultura sonora molto basata sull’elettronica. Siccome l’album nel frattempo era entrato nella storia, l’ho “classicizzato” con una maggiore proprietà di linguaggio musicale in senso jazzistico, in modo che anche in futuro venisse ascoltato in modo corretto».


La carriera 


Una lunga carriera, la sua, che negli ultimi 25 anni lo ha portato lontano dall’Italia, prima negli Stati Uniti e poi in Francia. Guardando però alla musica e al cantautorato italiano di oggi, dice che «essendo stato fuori Italia, per la verità non ho idea, ma l’impressione generale che ho guardando sui social, è che oggi la musica sia basata prevalentemente sui personaggi piuttosto che sulle canzoni». A questo proposito, chiedendogli quale ruolo dovrebbe avere oggi un artista o un cantautore, la sua risposta sarebbe semplice: «Uso una frase di Sting, il musicista che ritengo il più grande genio musicale dei nostri tempi: sorprendere». E sulla sua lunga carriera, Caputo dice: «Ho molti ricordi, non saprei quale scegliere. Non ho mai preso né targhe né onorificenze. La cosa migliore è esserci ancora. Comunque, in generale, i miei ricordi più belli sono legati alla vita privata, più che alla carriera. Quando scendo dal palco torno a essere la persona timida e riservata che sono di natura». 

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Corriere Adriatico