Tiziano rivive con il digitale, Conclusa l’operazione di riproduzione in altissima definizione della Pala Gozzi di Ancona

La firma di Tiziano in digitale
ANCONA - Tiziano non poteva sapere che cinque secoli dopo la firma apposta a un suo capolavoro, la Pala Gozzi, i posteri avrebbero potuto “entrare” nel dipinto, e...

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ANCONA - Tiziano non poteva sapere che cinque secoli dopo la firma apposta a un suo capolavoro, la Pala Gozzi, i posteri avrebbero potuto “entrare” nel dipinto, e osservarlo nel dettaglio come aveva fatto lui nel realizzarlo. Succede, grazie al lavoro di digitalizzazione del Distori Heritage, un gruppo di ricerca interdipartimentale della Politecnica Marche, e alla collaborazione tra il Comune di Ancona e l’ateneo dorico. I risultati sono stati presentati ieri alla Mole dall’assessore alla Cultura Paolo Marasca, dal consulente della Pinacoteca Podesti Stefano Zuffi, dal rettore di Univpm Gian Luca Gregori e dal direttore del Distori, professor Paolo Clini.

 

La riproduzione
Attorno a quella che, dopo l’esposizione dell’opera di Tiziano a Palazzo Marino, i milanesi chiamano “Pala d’Ancona”, è stata svolta una complessa operazione di riproduzione, che permetterà a studiosi e appassionati d’arte di immergersi nell’opera anche da remoto, in altissima definizione. E magari si rafforzerà in loro la voglia di venire ad ammirarla di persona ad Ancona. «Anche questo è un modo, consentito dalla tecnologia, di innamorarsi dell’arte. E di tutelarla meglio».

L’assessore Marasca ha commentato così l’eccellente risultato di questa collaborazione con i ricercatori della Politecnica, prima di dare la parola al rettore, professor Gregori, che ha definito questa operazione «Una buona pratica di marketing territoriale». «L’approccio multidisciplinare di questa operazione - ha continuato - nasce dalla vocazione della nostra università, che ha recentemente aperto un corso di laurea in Digital Science».

E con orgoglio, Gian Luca Gregori ha poi annunciato che è aperto il bando della Politecnica per 16 nuovi posti da ricercatore, oltre a quelli previsti dal piano triennale, e altre 36 borse di dottorato. Di tanti giovani appassionati, forniti di solida preparazione, ha davvero bisogno il laboratorio di Distori Heritage, impegnato a svolgere numerose operazioni di digitalizzazione, analoghe a quella della Pala Gozzi, commissionate da istituzioni pubbliche e private, italiane e internazionali.

Il direttore Paolo Clini: «Siamo partner di grandi musei per progetti europei, e continuiamo a ricevere richieste. Collaboriamo anche con Regione Marche e Mic per la definizione degli standard di digitalizzazione dell’arte». È davvero importante che l’operazione di riproduzione di un capolavoro sia condotta secondo protocolli affidabili. «Durante la pandemia, si è assistito al proliferare in rete – osservava ieri il docente di Rilievo e storia dell’Architettura – di immagini digitali sommarie e poco fedeli. Invece una copia perfetta, come quelle che qui otteniamo, è lo strumento più idoneo per diffondere l’arte e comunicarne i valori, oltre che per una fruizione a distanza, “democratica”, dei musei».


La nuova visione
Clini ha quindi mostrato sullo schermo i risultati della digitalizzazione, anche in 3D, grazie alla fotogrammetria, che permette un’osservazione dettagliata, e tanto più emozionante, di ogni particolare all’apparenza secondario. «Una visione bidimensionale, tridimensionale e a luce radente, con immagini da 4mila per 6mila pixel da 0,03mm, fa apprezzare, oltre alla bellezza dell’opera, la tecnica di pittura usata da Tiziano, la sua pennellata sapiente.

E i suoi disegni tracciati sul retro delle tavole che compongono la Pala». Inoltre sarà presto disponibile una app per permettere a tutti di comporre e scomporre il dipinto sullo smartphone. «Questa ricerca è il modo migliore – ha concluso Stefano Zuffi – per celebrare il mezzo millennio di vita della Pala d’Ancona». 

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Corriere Adriatico